Alberi secolari in Italia
Alla scoperta di 7 alberi monumentali da ammirare nel nostro territorio
L’Italia, vista la grande presenza di boschi e giardini storici, è particolarmente ricca di alberi monumentali. Parliamo di esemplari che hanno un’età di almeno duecentocinquanta anni, ma in molti casi sono molto, molto più antichi. Tanti sono considerati dei veri e propri monumenti naturali, di eccezionale valore, e sono tutelati per legge.
Secondo il Corpo forestale sono oltre 22.000, sparsi su tutto il territorio nazionale.
Queste piante dall’aspetto maestoso e imponente, con le loro chiome estese e i tronchi contorti, possono essere considerate delle “macchine del tempo” se pensiamo che alla loro ombra hanno riposato addirittura gli antichi romani! A loro sono spesso legati miti e leggende sulla loro origine o su episodi che ne hanno caratterizzato la fama. Scopriamone alcuni, in giro per l’Italia, tra i più imponenti e i più antichi.
Toscana. La Quercia delle Checche
Questa imponente quercia, una roverella per la precisione (Quercus pubescens), ha circa trecentosettanta anni e una circonferenza del tronco che raggiunge circa i quattro metri e mezzo. Il suo nome deriva dalle gazze, che in Toscana vengono appunto chiamate checche, che nidificano tra i suoi grandi rami. La leggenda dice che sotto la sua chioma si riunissero le streghe che hanno dato ai rami l’aspetto nodoso e contorto che vediamo. Quel che è certo è che ha avuto una particolare importanza durante la Resistenza, quando diversi gruppi di partigiani lo usarono come nascondiglio per le armi. Per ammirarla potete fare una bella gita in Val d’Orcia, precisamente verso Pienza.
Trentino Alto Adige. I Tre Larici Millenari
Nella Val d’Ultimo, presso l’abitato di Santa Gertrude, vi è un bosco di conifere in cui svettano tre larici millenari. Un quarto è stato abbattuto nel 1930 da un fulmine, ma questo ha permesso agli esperti di poter contare gli anelli di accrescimento, che hanno indicato un’età di circa duemila anni. Questi tre esemplari sono dei veri giganti: il più alto misura circa trentotto metri di altezza e ha una circonferenza di sette, ma il più grosso arriva fino a otto metri! Il terzo albero ha una cavità interna che può ospitare un uomo in piedi e dal suo interno si vede su fino in cielo. Il larice tra l’altro è la sola conifera a perdere le foglie in autunno, tingendole prima di un meraviglioso giallo dorato. Se non avete mai assistito a questo spettacolo, ecco un’altra ottima motivazione per incontrare questi tre alberi imponenti.
Sicilia. Ilice di Carrinu
Sulle pendici dell’Etna potete ammirare questo antichissimo leccio (Quercus ilex) di ben settecento anni! Le sue dimensioni sono davvero impressionanti: oltre venti metri di altezza e un’ampiezza della chioma di circa trenta metri. Il tronco, largo quasi otto metri, si divide presto in quatto grandi palchi da cui si dipartono i rami principali. La chioma è densa, verde brillante. Parliamo di un albero molto ben conservato, dall’aspetto veramente bello, con le lunghe radici nodose che si addentrano nel suolo vulcanico. Pare debba il suo nome a un vecchio proprietario del fondo in cui è piantato, quello che è certo è che ha saputo resistere per lunghissimo tempo alle colate del vulcano e alle intemperie. Un vero gigante verde!
Sicilia. Castagno dei Cento Cavalli
Restiamo in Sicilia, sempre nel Parco dell’Etna, per ammirare l’albero più antico e imponente d’Italia, inserito nelle liste del Patrimonio Unesco: il Castagno dei Cento Cavalli. La leggenda narra che una notte di forte temporale trovarono riparo sotto le sue immense fronde una regina con tutto il suo seguito di ben cento cavalieri! Questo mito ci dà la misura delle sue dimensioni: ventidue metri di circonferenza del tronco e altrettanti di altezza. L’età è davvero incredibile, dovrebbe avere infatti dai due ai quattromila anni ed essere perciò l’albero più antico d’Europa. Merita senz’altro di essere ammirato dal vivo!
Parco Nazionale del Pollino. I pini loricati
Il Pinus leucodermis è una specie endemica del Pollino, cioè cresce solo lì in Italia (in Europa è presente anche nei Balcani) e conta ormai solo pochi esemplari, naturalmente protetti. Sono tutti alberi ultracentenari e devono il loro nome alla corteccia che nel tempo ricorda nella trama la corazza dei guerrieri romani, detta appunto la lorica. Il suo habitat è costituito da costoni rocciosi battuti dal vento, che ne hanno modellato i tronchi e i rami, creando delle forme contorte davvero affascinanti. Il più vetusto è il “Patriarca del Pollino” con i suoi quasi mille anni, ma anche gli altri esemplari presenti sono molto antichi.
Veneto. Platano dei Cento Bersaglieri
Questo platano (Platanus orientalis) ha quasi seicento anni, pare infatti sia stato piantato nel 1370. Ha un’ampiezza del tronco di circa quindici metri, con grandi rami contorti, che in inverno, quando la pianta perde le foglie, regalano uno spettacolo davvero suggestivo. Si trova a Caprino Veronese, in provincia di Verona, e deve il suo nome alla storia che vuole che, nelle manovre estive del 1937, un’intera compagnia di bersaglieri, composta da cento uomini, vi si nascose.
Toscana. La quercia delle Streghe
A Capannori, in provincia di Lucca, c’è una farnia (Quercus robur) di circa seicento anni. È una bellissima quercia dai rami molto contorti e nodosi, che si sviluppano soprattutto in orizzontale, raggiungendo un diametro di circa quaranta metri. Proprio a questa sua caratteristica è legata la leggenda dell’origine del nome: pare infatti che i rami abbiano assunto questa forma suggestiva perché nei secoli le streghe erano solite tenere i loro sabba sull’albero, schiacciandone i rami.
Pare anche che questa quercia, che ha un’altezza di ventiquattro metri, sia quella sotto la quale Pinocchio, il famoso burattino di Collodi, abbia seppellito gli zecchini d’oro. Per questo è anche detta Quercia di Pinocchio.
Questi sono solo alcuni dei tantissimi alberi monumentali ultrasecolari presenti in Italia, ognuno con le sue storie e le sue leggende da raccontare. Per sapere dove si trovano tutti gli altri, o per avere informazioni, potete consultare il sito del Corpo Forestale dello Stato.