Mohammad Reza Haddadi il ragazzo condannato alla pena capitale

Mohammad Reza Haddadi il ragazzo condannato alla pena capitale potrebbe essere giustiziato da un momento all'altro. Ecco la sua storia.

Mohammad Reza Haddadi il ragazzo condannato alla pena capitale, aspetta da 14 anni, rinchiuso in una prigione iraniana, la sua morte. Ma chi è Mohammad Reza Haddadi e cosa ha fatto per meritare di morire? La sua storia ha fatto il giro del mondo e adesso varie associazioni umanitarie internazionali si sono mobilitate per cercare di salvarlo.

Mohammad Reza Haddadi, attualmente detenuto nella prigione di Adel Abad a Shiraz, è nato il 17 marzo 1988 ed è imprigionato dal 2002. È stato condannato per omicidio durante una rapina insieme ad altre tre persone. Al momento della rapina Mohammad aveva 15 anni. Mohammad Reza Haddadi proviene da una famiglia molto povera e si è trovato coinvolto, suo malgrado in questa rapina. Un uomo ha perso la vita e il ragazzo, all’epoca quindicenne, ha confessato l’omicidio dopo che gli altri membri del gruppo gli avevano detto che avrebbero mandato dei soldi alla sua famiglia. Ma la verità era che Mohammad non si era nemmeno reso conto che quella confessione gli sarebbe costato la condanna a morte. I suoi amici gli avevano detto che, essendo minorenne, non sarebbe stato condannato a morte. Ma, alla fine del processo, nel 2004, Mohammad ha ricevuto la pena capitale.

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In seguito, Mohammad Reza Haddadi ha ritrattato la sua confessione, dichiarandosi innocente e negando il suo coinvolgimento nell’omicidio. Anche i suoi compagni hanno ritirato le loro testimonianze, affermando l’innocenza di Mohammad. Ma questo, ovviamente, non è bastato al giudice che ha confermato la sentenza capitale.

Padre

Secondo una fonte vicina, le autorità della prigione hanno detto al padre di Mohammad Reza Haddadi che se non riuscissero a ottenere il consenso del querelante, il loro figlio potrebbe essere giustiziato molto presto.

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L’avvocato del minore colpevole, Hossein Ahmadi Niaz, ha dichiarato all’Iran Human Rights: “L’anno scorso siamo stati in grado di ritardare l’esecuzione. La Corte suprema deve applicare l’articolo 91 che stabilisce che se un minore confessa, gli si deve dire chiaramente quali sarebbero le conseguenze. Significa che il minore deve essere pienamente consapevole della sua confessione e delle conseguenze. Un giudice della sezione 101 del tribunale penale di Kazerun ha rifiutato di applicare l’articolo 91 e ha affermato che il minore era certo della sua confessione. Considerando che, il forense dovrebbe decidere se il ragazzo era maturo o meno al momento della confessione e se ha capito le conseguenze delle sue azioni. Se il giudice avesse accettato la nostra richiesta, avremmo potuto salvare Mohammad Reza Haddadi.”

L’avvocato continua: “Ho chiesto al capo della magistratura di autorizzare la revisione del caso perché ci sono alcune prove che dimostrano che il ragazzo è innocente. Mohammad Reza proviene da una famiglia povera e gli altri tre lo hanno ingannato. Ha fatto quella confessione solo perché era ignorante e aveva bisogno dei soldi che gli avevano promesso per la sua famiglia”.

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Vale la pena ricordare che la Convenzione sui diritti dell’infanzia, firmata dall’Iran, vieta chiaramente l’esecuzione e l’ergastolo dei minori.

Nel 2017, però, almeno cinque detenuti minorenni sono stati giustiziati in Iran. Inoltre, almeno tre delinquenti minorenni sono stati giustiziati a gennaio del 2018 in Iran.

Se volete aiutare Mohammad potete firmare la petizione in cui viene chiesto  all’Iran di annullare la condanna a morte per questo ragazzo.