Il diario di un bambino di 2 anni. Dovrebbe essere letto da tutti i genitori
Questo diario di un bambino di soli 2 anni dovrebbe essere fonte di lettura preziosa per ogni genitore.
C’è il diario di un bambino di 2 anni che dovrebbe essere letto da ogni genitore del mondo, per capire quanto sia difficile quel periodo di vita di ogni bambino. Di solito mamma e papà pensano solamente a quanto sia difficile crescere una bambina di 2 anni, tra capricci e formazione della sua identità. Ma non ci soffermiamo mai a considerare quanto quegli anni siano difficili per i bambini.
I terribili due anni, come vengono definiti dagli esperti americani, sono un momento molto delicato della crescita di ogni bambino. I piccoli cominciano ad affermare la loro indipendenza e a sviluppare la loro personalità individuale con atteggiamenti che di solito fanno impazzire anche il genitore più calmo e pacato. I terribili 2 sono difficili per i genitori, ma lo sono anche per i bambini.
Un post scritto da uno sconosciuto, che è diventato in breve tempo virale sui social media, permette a ogni genitore di riflettere, cercando di vedere le cose dal punto di vista di un bambino. Il diario di un bambino di 2 anni ci farà capire quanto sia difficile per loro e ci farà capire cosa dobbiamo fare per rendere tutto più facile.
“Oggi mi sono svegliato e volevo vestirmi da solo, ma mi hanno detto No, non abbiamo tempo, lasciami fare. Questo mi ha reso triste. Volevo mangiare da solo la mia colazione, ma mi hanno detto No, sei troppo disordinato, lascia che ci pensi io. Questo mi ha fatto sentire frustrato”.
Il bambino poi continua, dicendo che voleva salire in macchina da solo, ma gli è stato impedito perché non avevano tempo. E questo lo ha fatto piangere. Allora ha provato a scendere dall’auto per andare all’asilo, ma di nuovo è stato fermato. Lui voleva scappare.
Poi ha provato a giocare con delle costruzioni, ma altri bambini gli hanno detto di no perché volevano fare a modo loro. Non si è perso d’animo e ha provato a giocare con la bambola di qualcun altro, ma di nuovo è stato fermato, perché doveva imparare a condividere. “Non sono sicuro di quello che ho fatto, ma mi ha reso triste. Così ho pianto, volevo un abbraccio ma mi hanno detto, No, stai bene, vai a giocare”. Poi quando lo sono andati a prendere, lui si aspettava che gli adulti gli dicessero cosa fare e loro gli hanno detto di non stare lì in piedi impalato, di rimettere a posto i giochi. “Non mi è stato permesso di vestirmi o spostarmi da solo per arrivare dove volevo andare, ma ora mi viene chiesto di raccogliere le cose”.
Il bambino di 2 anni si sente sopraffatto perché non sa cosa fare e si mette a piangere. Il piccolo si sente stanco, spaventato, frustrato, triste, ma gli adulti non se ne rendono conto. “Ho due anni. Nessuno mi lascerà vestire da solo, nessuno mi lascerà spostare il mio corpo dove deve andare, nessuno mi permetterà di occuparmi dei miei bisogni. Ma si aspettano che io sappia come condividere, ascoltare, aspettare un minuto, che io sappia cosa dire, come agire, come gestire le mie emozioni. Ma io non so queste cose. Ho due anni, non sono terribile. Sono frustrato, nervoso, stressato, sopraffatto e confuso. E ho solo bisogno di un abbraccio”.
Non dimentichiamolo!