Il dramma di Gianluca Vialli: “Non so come finirà ancora la partita”
Gianluca Vialli ha raccontato il suo problema di salute al Corriere della Sera e nel suo libro.
Gianluca Vialli è stato uno dei migliori centravanti italiani degli anni 80 e 90. Ha vestito le maglie di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea e con la Nazionale ha conquistato il terzo posto ai Mondiali italiani del 1990. Oggi Vialli ha 54 anni, compiuti il 9 luglio scorso, e sta affrontando una battaglia che, purtroppo, non è sportiva.
Intervistato dal Corriere della Sera, in occasione dell’uscita del suo libro per Mondadori, Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili, Vialli ha raccontato della sua malattia e della forza con cui l’ha affrontata ma non sarebbe ancora finita.
“Ne avrei fatto volentieri a meno, di parlarne ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa”, ha raccontato lo sportivo a proposito del cancro che lo ha colpito.
“Giravo con un maglione sotto la camicia – ha svelato Vialli – perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro”.
Ora Gianluca Vialli sta meglio. Il peggio sembrerebbe già passato, dopo otto mesi di chemioterapia e sei mesi di radioterapia: “Ora sto bene, anzi molto bene. È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale. Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. Spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli. Un’altra frase chiave, di quelle che durante la cura mi appuntavo sui post-it gialli appesi al muro, è questa: ‘Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri'”. L’ex giocatore, infatti, non è certo che il cancro lo abbia lasciato definitivamente.
Per Vialli “l’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo. Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade. Vorrei che qualcuno mi guardasse e mi dicesse: ‘È anche per merito tuo se non ho mollato'”.