Donna indiana arrestata per avere mostrato un po’ di coscia su Facebook
Rehana Fathima è stata arrestata per un selfie che ha offeso il sentimento religioso.
Una donna indiana è finita in manette perché ha condiviso una foto su Facebook, “esponendo la sua coscia”, dopo essere stata in fila per entrare in uno dei templi più sacri dell’Induismo.
Rehana Fathima è stata una delle prime donne a tentare di ottenere l’accesso al tempio di Sabarimala dopo che il mese scorso il governo ha vietato alle donne con le mestruazioni di visitare il luogo di pellegrinaggio indù.
La donna era accompagnata da 100 agenti di polizia mentre cercava di farsi strada tra i devoti indù che volevano sfidare la sentenza della corte, cercando di tenere lontane le donne. Alla fine la donna è stata costretta a lasciare perdere.
Fathima è stata poi arrestata per un selfie che ha condiviso sui social in cui ha mostrato un po’ della sua coscia mentre indossava gli abiti da pellegrina, scatenando le lamentele sul fatto che la fotografia fosse “se$$ualmente esplicita” e, quindi, contraria alla religione.
Nella foto, la signora Fathima sta imitando la divinità che presiede il tempio, Ayyappa, nel modo in cui è rappresentata. I custodi del tempio sostengono che la natura di Ayyappa sia protetta dalla costituzione indiana e alcune figure religiose considerano impure le donne con le mestruazioni.
Fathima ha cercato di raggiungere il tempio con una giornalista, scortati dalla Polizia, ma sono state allontanate dai manifestanti.
La donna lavora come tecnico per la compagnia di telecomunicazioni statale ma, secondo quanto appreso dal Daily Mail, è stata sospesa.
L’ingresso delle donne di età compresa tra i 10 e i 50 anni nel tempio vecchio di secoli è stato vietato in maniera informale per molti anni e poi per legge nel 1972.
La Corte suprema indiana, però, ha revocato il divieto nel settembre scorso, ribadendo il principio dell’uguaglianza tra i generi e tra le persone di età diversa.
Nonostante la sentenza della Corte, però, le donne sono state bloccate mentre centinaia di manifestanti hanno affrontato a muso duro circa mille poliziotti che hanno dovuto usare i manganelli per tentare di arginarli. Sono stati danneggiati anche veicoli delle forze dell’ordine e delle televisioni.
Scenario di quanto accaduto è stata Sabarimala, località meta di pellegrinaggi, circondata da montagne e foreste fitte nel Parco nazionale di Periyar, visitata da 50 milioni di devoti ogni anno.
Anche altri templi in India hanno vietato l’accesso alle donne con l’obiettivo di preservare la purezza dei santuari.