“Quell’aborto spontaneo è stato un miracolo”, la storia di Natalia
Una madre coraggiosa, che ha perso il suo bambino all'inizio della gravidanza, pensa che l'aborto spontaneo sia stato un 'miracolo' dopo la diagnosi di cancro.
L’australiana Natalia De Masi ha avuto un aborto appena sei settimane dopo la sua prima gravidanza nel 2010. Dopo una serie di analisi, la 38enne di Melbourne è rimasta scioccata dopo che è stato scoperto che conviveva con un cancro raro, passato inosservato per ben 5 anni.
Natalia non aveva assolutamente idea che l’appendice, l’intestino e i linfonodi fossero stati tutti consumati da tumori gastroenteropancreatici neuroendocrini (GEP-NET). Se non fosse stato per quell’aborto, il suo cancro avrebbe continuato a restare nascosto e alla fine l’avrebbe uccisa.
“Era ovviamente un periodo triste quando c’è stato l’aborto. Era la mia prima gravidanza”, ha spiegato Natalia. “Ma non ho davvero avuto il tempo di provare dolore. Sono stato colpita da una serie di cattive notizie e quella del cancro ha messo ombra su tutto. Non potevo crederci. Non avevo sintomi e non mi sentivo affatto male. Se non fosse stato per l’aborto, molto probabilmente il cancro sarebbe stato scoperto troppo tardo. L’aborto spontaneo mi ha salvato la vita”.
Quando a Natalia fu diagnosticata la malattia, i medici le dissero che la chirurgia non era un’opzione, nonostnate le sue condizioni fossero stabili. L’unica opzione era sottoporsi a controli annuali. Fortunatamente, da allora non c’è stata una crescita significativa.
Questo mese, tuttavia, Natalia ha cominciato un’opzione di trattamento, denominata Somatuline Autogel, altrimenti nota come Lanreotide. Il farmaco viene iniettato nella pelle ed è utilizzato per ritardare la crescita dei tumori GEP-NET. Natalia ha raccontato che questo nuovo medicinale l’aiuterà a metterla a suo agio tra i suoi controlli annuali.
Da allora, la donna ha avuto due figli Noah, 7 anni, e Liam, 4 anni, ed è attualmente incinta di 15 settimane. La donna ha affermato che “è stato davvero difficile perché sembrava che non ci fossero opzioni reali per me. Vivevo in una situazione di attesa. Quindi, assumere questo farmaco è un sollievo mentale. Sono così graao di avere il sostegno della mia famiglia e farò qualsiasi cosa per essere sempre qui per loro”.