Julen: ecco come è stato trovato
Julen: ecco come è stato trovato; parla l'uomo che lo ha raggiunto e tirato fuori dal pozzo e il suo racconto è da brividi: ecco cosa ha detto.
Julen: ecco come è stato trovato; il racconto straziante di Nicolás Rando, l’uomo che, per primo lo ha raggiunto dopo 13 giorni nel pozzo. Nicolás Rando, uno degli agenti della Guardia Civil, che ha partecipato alle operazioni di soccorso di Julen, il bimbo caduto nel pozzo di Totalan, Malaga, in Spagna. Ecco cosa ha raccontato.
L’uomo, esperto di soccorsi in montagna e agente della Guardia Civil, ha detto ancora visibilmente commosso: “Sono sollevato che tutto questo sia finito. Il fatto di averlo trovato morto è stato terribile, ma abbiamo fatto davvero tutto il possibile”. Nelle sue parole si percepisce il dolore della sconfitta, la sensazione di impotenza davanti al destino crudele che ha voluto strappare Julen ai suoi affetti. Julen Rosello, 2 anni, era precipitato nel pozzo di Totalan il 13 di febbraio e per 13 lunghi giorni, i soccorritori hanno provato a raggiungerlo, sperando di ritrovarlo ancora in vita. “Siamo riusciti a spostare la terra, lo abbiamo raggiunto e lo abbiamo tirato fuori”, ha continuato Nicolàs Rando intervistato dal quotidiano spagnolo Sur.
Nicolàs ha aggiunto che l’unico conforto che lo aiuta a non crollare per il dolore è che Julen sia morto il giorno stesso della caduta nel pozzo, così come è stato confermato dall’autopsia. “Almeno non ha sofferto aspettando di essere salvato”. ha aggiunto l’agente della Guardia Civil.
Poi, però, un nodo gli sale nella gola. Nicolàs confessa di aver promesso a suo figlio, poco più grande di Julen, che l’avrebbe salvato. “Sento di aver mentito. Gli ho detto una bugia e non ho mantenuto la promessa”. Nel giorno in cui fu convocato non era nemmeno di turno. “Mi ha chiamato un amico dicendo che c’era un’emergenza, che un bimbo era precipitato in un pozzo che avrebbe potuto essere profondo più di cento metri così mi sono precipitato dopo aver avvisato i miei superiori”.
“Non esistono turni, vai giù e basta. Sono passato attraverso cunicoli strettissimi, molto più claustrofobici di altri in cui pure sono entrato. Quando ho alzato lo sguardo ho pensato che se fosse successo qualcosa in quel momento sarei rimasto intrappolato anche io lì sotto”.
Poi arriva al momento più devastante: quello del ritrovamento del corpo. “Abbiamo scavato con le mani per raggiungerlo, finché non l’ho toccato. E a quel punto i miei sentimenti erano contrastanti: ero sollevato per averlo trovato e per aver finito il lavoro ma, nello stesso tempo, arrabbiato perché ho capito che era morto”, ha concluso Nicolás Rando.