La gelosia non è amore ma possesso

"La gelosia non è amore, ma possesso. Non fate le crocerossine, un uomo violento non cambierà mai".

“La gelosia non è amore, ma possesso. Non fate le crocerossine, un uomo violento non cambierà mai”

 

 

Paolo Crepet è uno psichiatra e sociologo e sta pubblicando un nuovo libro dedicato all’omonimo sentimento dell’amore, nel suo libro racconta storie e fa riflessioni attinte dalla propria esperienza esistenziale e professionale che ruotano attorno a questa parola così sacra: Passione.

Durante un’intervista a La Repubblica, ha voluto parlare di quel sentimento così negativo che una persona può provare, ovvero la gelosia. Inoltre si è voluto soffermare sulla violenza sulle donne: “Dietro al femminicidio, si nascondono tante realtà molto diverse. Essenzialmente molti uomini hanno ancora difficoltà ad accettare la lunga coda della liberazione della donna, nonostante siano passati più di quarant’anni dalle tante conquiste, come il divorzio […] Sono quelli che non hanno elaborato ciò che è avvenuto in questi anni, restando legati a un concetto di famiglia arcaica, che vede la donna ancora come sottomessa e l’uomo con un ruolo dominante”.

 

Crepet ha voluto spiegare che dietro al femminicidio e la violenza sulle donne si nasconde una cultura antica che è difficile da rimuovere. Un uomo arriva controllare una donna, addirittura a picchiarla, perché a volte alcuni di questi uomini così violenti vivono quel tipo di cultura che vede il maschio come protettore, il cosiddetto padre padrone, che gestisce e fa sentire tutto il suo potere sulla donna che ha accanto. Purtroppo questo atteggiamento non fa parte solo del passato ma anche del presente, ci sono ancora molti giovani che la pensano così, che vogliono essere padri padroni e a questo comportamento si aggiunge anche la gelosia che, secondo Paolo Crepet, viene vista come prova dell’intensità amorosa, “di una passione da dimostrare psicologicamente e fisicamente. Quindi si ritiene che faccia parte integrante di ogni relazione sentimentale e che quando viene sollecitata, possa anche scatenare reazioni violente. La gelosia porta sempre sciagure e drammi e bisognerebbe insegnare ai giovani a non considerarla come un sintomo dell’amore, perché non lo è mai. E va detto a scritte capitali che la gelosia non è una forma d’amore, ma solo di possesso, perché l’amore è rispetto innanzitutto. Ti amo, dunque ti rispetto”.

 

Il problema si aggiunge quando una donna inizia a tollerare questi atteggiamenti violenti da parte dell’uomo che ha accanto e tutte dovrebbero capire che quando una persona cerca di controllarti ed essere possessivo, quel sentimento chiamato amore si trasforma in manipolazione e ossessione, quindi il rispetto dell’altra persona smette di esistere: “Alla base della violenza e del femminicidio, c’è sempre l’idea di considerare le donne come oggetti, non come individui. Io ti uccido perché tu sei una cosa mia […] Si fa fatica ad accettare che una ragazza oggi possa fare le stesse cose e la stessa vita di un maschio suo coetaneo. Queste pari opportunità scatenano rabbia, gelosia e invidia negli uomini frustrati, perché una donna così è libera, può scegliere e quindi non è controllabile”.

Paolo Crepet, conclude l’intervista spiegando che le mamme devono insegnare alle proprie figlie di non rimanere con il proprio fidanzato quando questo diventa troppo possessivo, al primo schiaffo devono andar via. Se un uomo ti schiaffeggia, è violento o possessivo, non significa che ti ama e ci tiene a te: “È un comportamento che non va tollerato né discolpato. Il problema è che molte madri hanno incassato per anni con il marito, mandando giù rospi, non solo in termini di violenza, ma anche di incomprensioni e sottomissioni. E quindi, per non mettersi in discussione, questo loro atteggiamento lo tramandano alle loro figlie“.