Mamma costretta ad uscire dal cinema per il figlio
Page porta il figlio con autismo al cinema, ma è costretta ad uscire dopo pochi minuti
Vicki Page, è una mamma di trentasei anni, con tre figli. Uno di questi, però, è affetto da autismo e si chiama Noah. Quello che ha subito questo bambino nella sua vita, non è stato affatto semplice ed infatti, la madre ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza di qualche giorno fa.
Tutti i ragazzini, appena hanno saputo che stava per uscire il film di Dumbo, al cinema, erano felici. Per questo motivo, anche Page aveva intenzione di portare i suoi tre figli. Per portare anche Noah, però, hanno dovuto iniziare a prepararlo una settimana prima. Non è affatto semplice come sembra per questa famiglia. Quando sono arrivati al Royal Cinema, di Faversham, nel Kent, il piccolo era molto eccitato e per la gioia non riusciva davvero a stare fermo. Quando è iniziata la pellicola, Page, sapeva che il figlio quando è in quello stato, non riesce a controllarsi ed a stare fermo. Per questo motivo, quando ha notato che la sua eccitazione era alle stelle, si è girata alla donna dietro di lei e le ha detto: “Sono davvero dispiaciuta, ma ha l’autismo!” La signora, però, si è girava verso la mamma e le ha risposto: “Non mi interessa, se non riesci a tenerlo fermo, devi tenerlo a casa e non in mezzo alla gente!” Page, non sapeva davvero cosa fare, visto che il figlio non riusciva a stare fermo. Alla fine è stata costretta ad uscire.
Una volta che tutta la famiglia è arrivata all’atrio, Noah ha avuto una fusione completa, perché non voleva andare via e si è buttato sul pavimento ed ha iniziato a piangere.
La madre era molto dispiaciuta per lui, ma sopratutto, sapeva che il figlio con bisogni speciali, aveva il diritto di stare li, ma lei non voleva dare fastidio a tutti.
La sua esperienza ha fatto il giro del web ed in molti sono rimasti a bocca aperta, dalla risposta della donna.
Voi cosa ne pensate di tutto questo? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti.
Leggete anche: Gemma, vittima di bullismo da altri genitori, per la condizione dei suoi figli