Giulia, il sergente pilota vittima di nonnismo
Si oppone al nonnismo e alle frustate dei compagni: viene espulsa.
Giulia, il sergente pilota vittima di nonnismo
Giulia, sergente pilota: «Io vittima di nonnismo, frustata dai compagni»
Andrea Pasqualetto, inviato a Venezia
Il sergente Giulia Jasmine Schiff è stata vittima di nonnismo, a far emergere questa vicenda è stata proprio lei. La ragazza si è presentata alla Procura militare di Roma ed ha voluto denunciare le botte, le frustrate e le testate ricevute per un rito iniziatico.
Giulia ha raccontato tutto agli agenti, partendo proprio dalla sua formazione militare, sulla quale la Pm Antonella Masala ha aperto un fascicolo in cui ci sono una serie di nomi di indagati e questa storia potrebbe ancor di più ingigantirsi. Iniziamo dal principio, quello che ha voluto denunciare la ragazza è il “battesimo del volo”, una specie di rito e di tradizione in cui i commilitoni gettano l’aspirante pilota nella piscina del pinguino, non esistono distinzioni tra maschi e femmine. La 20enne veneziana ha dichiarato: “Io ero contraria, loro irremovibili: ti spaccheremo i denti sull’ala dell’aereo“, la ragazza è stata sbattuta a mo’ di ariete contro un’ala, nonostante i lamenti, gli altri se la ridevano, dopo è stata buttata in piscina tra gli applausi e le strette di mano.
Una volta visti i filmati, il padre di Giulia ha voluto delle spiegazioni e un ufficiale gli ha detto: “È la tradizione, ovvero quello che fanno a tutti gli allievi, di accademia e di complemento, alla fine del corso“.
Tutto è iniziato a gennaio del 2018, Giulia aveva vinto il concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica ottenendo così il brevetto di pilota militare. Su quasi duemila iscritti, si era classificata al quarto posto e la soddisfazione è stata tanta per lei. Dopo frequenta la Scuola di volo a Latina, ed è lì che è avvenuto il “battesimo del volo” dopo aver superato la prova.
Nei giorni successivi, Giulia voleva denunciare il fatto ma ha evitato per salvaguardare la sua carriera. Così, la migliore allieva del tirocinio, inizia a subire punizioni e rimproveri: “Mi punivano per qualsiasi sciocchezza, una pesca addentata a un metro dalla zona consentita, una chiacchiera sulle scale…“, più la punivano, più lei non rispettava le regole e per questo motivo, il 6 settembre, la Commissione scrive una nota: “Il sergente Schiff ha palesato numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell’Istituto, delle norme di vita interna dell’Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando“. Per questo motivo, Giulia è stata “espulsa per insufficiente attitudine militare“. Il giorno successivo, doveva andare a Lecce per il brevetto di pilota militare con il jet delle Frecce Tricolori ma invece l’hanno accompagnata in stazione con un biglietto per la sua città, Venezia. Il suo avvocato, Massimiliano Strampelli, ha replicato la scelta della Commissione affermando: “Dopo i fatti di Latina c’è stata una carenza dell’istituzione a capire la progressiva emarginazione di Giulia, che ha cercato invano un canale di dialogo e ha avuto un crollo emotivo, altro non posso dire“. Ora è in atto l’inchiesta penale ma l’Accademia ha commentato: “Si è vendicata per l’espulsione“.