Cassino, arrestato anche il padre di Gabriel

Il piccolo Gabriel è morto, strangolato dalla sua mamma. Arrestato anche il padre, dopo il suo racconto. Oggi l'autopsia sul corpicino.

Insieme a Donatella Di Bona, la mamma che ha strangolato suo figlio Gabriel, di soli due anni e mezzo, a Piedimonte San Germano, Cassino, è stato fermato anche suo padre, Nicola Feroleto, un uomo di 48 anni, che ridiede a Villa Santa Lucia. Ieri pomeriggio è stato interrogato dai Carabinieri ed ha raccontato, che fino a poco prima, si trovava con Donatella.

Ha dichiarato di essersi incontrato la mattina con la donna e di aver fatto insieme alcune commissioni: “ho incontrato Donatella poco dopo le 7. Siamo usciti insieme. Siamo andati agli uffici della Asl per la scelta del medico, ma poco dopo siamo andati via. Intorno all’una sono andato via e sono tornato a Villa Santa Lucia. Alle 17 sono tornato a Piedimonte, ma quando sono arrivato, il traffico era tutto bloccato. C’erano i Vigili, che mi hanno fatto prendere un percorso alternativo. Quando ho chiesto informazioni su cosa stesse succedendo, hanno fatto il nome di Donatella e di mio figlio. Così ho parcheggiato la mia auto in mezzo all’erba e sono corso a casa sua. Quando sono arrivato, le forze dell’ordine mi hanno chiesto chi fossi. Ho detto di essere il papà, ma non mi hanno fatto avvicinare. Mi hanno fatto salire sulla vettura. Non ero presente quando è successo, altrimenti avrei calmato Donatella e gli avrei strappato Gabriel dalle mani. Sapevo che non stava bene, le ero vicino, volevo aiutarla”. Non convinti però del racconto dell’uomo, i Carabinieri, lo hanno arrestato, fino alla conclusione di ulteriori indagini. Sono convinti che si trovasse anche lui, al momento dell’omicidio, insieme a Donatella.

L’autopsia sul corpo del piccolo, verrà effettuata oggi.

Gabriel, mentre sua madre lo strangolava, ha provato a difendersi. Lo provano i segni sulle braccia di Donatella, che verranno esaminati, insieme ai resti di pelle, sotto le unghie del bambino.

Donatella si trova nel carcere di Rebibbia.

Parla la psicologa: