“Il feto è una persona”, la decisione della Cassazione
"Se è un feto non è aborto, ma omicidio. Il feto è una persona". La Cassazione condanna un'ostetrica per infanticidio. Ecco cosa ha fatto alla mamma.
Se durante il travaglio, l’ostetrica provoca la morte del feto, dovrà rispondere di omicidio colposo e aborto colposo. “Il feto durante il travaglio è una persona”, è quanto deciso dalla Cassazione, in seguito all’ultimo episodio, in cui un bambino è venuto al mondo senza vita, a causa della negligenza di un’ostetrica.
Quest’ultima è stata condannata a nove mesi con pena sospesa, colpevole di non aver monitorato come dovuto, il battito del futuro nascituro, durante il travaglio e di aver proceduto con un parto naturale, rassicurando il ginecologo che tutto fosse ok e facendo nascere un bambino senza vita.
Se la sofferenza fetale fosse stata monitorata correttamente, il bambino sarebbe potuto nascere con un taglio cesareo e oggi, probabilmente, sarebbe vivo.
Il piccolo è invece nato senza vita, morto per asfissia. L’ostetrica avrebbe anche somministrato alla mamma, l’ossitocina, per aumentare le contrazioni.
La Cassazione, con la sua decisione, ha riconosciuto il feto come una persona a tutti gli effetti. La sua morte sarà considerata come quella di qualunque altro essere umano.
Il feto, così come l’embrione, devono essere considerati uomini, poiché per la corte, il termine feto è usato in modo improprio: “il nascente vivo non è più feto né in senso biologico né in senso giuridico, bensì una persona”. Ma anche il feto è una persona!
L’uccisione dopo la nascita, è omicidio. Prima della nascita, è aborto. Ma adesso no, verrà considerato infanticidio, anche se l’uccisione riguarda il feto.
“La tutela della vita non può soffrire lacune”.
La legge tutelerà la nuova vita, dal grembo materno, fino alla vita esterna.
Per questa vicenda, c’è stata molta rabbia. Se solo l’ostetrica avesse prestato attenzione al battito del cuoricino del bambino, debole e in sofferenza, la sua mamma oggi lo stringerebbe tra le sue braccia.
“La legge proteggerà il futuro nascituro, anche nel canale uterino”.