Un dolcissimo oritteropo
“Sono entrata in quella stanza e ho visto l’espressione suoi volti di quelle persone. Alcune erano spaventate, altre inorridite. Un uomo aveva qualcosa in braccio, uno strano animale, mai visto prima. Mi sono avvicinata per vederlo da vicino, era…”
“Ho deciso di condividere la mia storia con il mondo, per mostrarvi qualcosa di meraviglioso. Faccio la volontaria nel rifugio della mia città, a tempo libero e senza guadagnare nulla. Mio padre non ha mai accettato questa cosa, così mi ha fatto assumere nella ditta in cui lavora lui. Non ho mai amato quel lavoro, ma oggi non mi pento, perché mi ha fatto conoscere qualcuno di straordinario.
Era una mattina come le altre, quando mi sono recata a lavorare. Arrivata alla sala relax, ho visto che c’erano tantissime persone raggruppate, come se stesse succedendo qualcosa. Mi sono avvicinata ed ho chiesto se fosse tutto ok…
Qualcuno era inorridito, poi si è girato un mio collega e mi ha detto: ‘l’ho trovato dietro una delle mie ruote anteriori. Non so cosa sia ma sembrava spaventato, non potevo lasciarlo lì. Ho cercato in giro la sua mamma ma non c’era. Puoi aiutarmi?’
E’ stato allora che ho visto quell’animale spaventato. Aveva poco più di due mesi, era un oritteropo.
Aveva bisogno di me… gli ho detto subito, senza pensarci, che mi sarei occupata di lui. Come prima cosa l’ho preso e l’ho portato dal veterinario. Ho voluto assicurarmi delle sue condizioni di salute.
L’ho adagiato sui sedili posteriori ed ho messo in moto la mia macchina. Durante il tragitto si è addormentato. Guardarlo mi faceva sciogliere il cuore. Ho deciso di chiamarlo ET.
In molti non mi capiscono, dicono che è un animale orribile, ma io me ne sono innamorata sin da primo istante.
Anche se vi confesso che all’inizio è stata una lotta. L’ho nutrito con qualunque tipo di latte, ma non cresceva.
Lo rigettava e dimagriva, lo stavo facendo morire di fame. Alla fine, mi hanno messo in contatto con un esperto del Sud Africa, che mi ha indicato un tipo di latte importato dal loro paese. E’ grazie a lui se ET oggi sta bene ed è cresciuto.
Mangiava ogni due ore ed è stato impegnativo, ma non c’è un solo giorno in cui io mi penta della mia scelta! E poi, i miei cani lo amavano!
In molti credono che io sia pazza e diversi amici avevano smesso di venire a casa mia. Anche quando lo portavo a passeggio con i miei cani, la gente faceva delle facce strane, ma sinceramente non me ne importa nulla! ET per me è stato come un figlio!
Dopo cinque mesi, in modo graduale, ho iniziato a mostrargli il suo habitat naturale. Oggi è lì che vive, ma non ha mai dimenticato noi e ciò che abbiamo fatto per lui. Ogni sera torna a trovarci, per farsi coccolare!”
Una bellissima storia raccontata da quella che oggi è la dottoressa De Jager, una meravigliosa donna che cura gli animali bisognosi