Il periodo buio di Marco Masini
Il cantante è molto noto e le sue canzoni continuano ad essere ascoltate ed amate ma in pochi sanno che ha vissuto un periodo buio nella sua vita.
Marco Masini, compie 55 anni. Il cantante è molto noto e le sue canzoni continuano ad essere ascoltate ed amate ma in pochi sanno che Masini ha vissuto un periodo davvero buio nella sua vita.
Il cantante recentemente ha raccontato nel programma di Paola Perego, “Non disturbare”, il suo dramma.
“Mi dissero che portavo sfortuna”, tutto era iniziato per scherzo, quasi una presa in giro. Ma quella voce che circolava su di lui, gli ha fatto davvero male e non solo a livello lavorativo ma anche psicologico.
Nel corso dell’intervista, Marco Masini si è raccontato a toto. Non solo come artista ma soprattutto come uomo. Ha raccolto questo momento difficile in Disperato:
“Sentivo che ‘Disperato’ raccontava una verità importante e aveva anche una musica popolare e orecchiabile, ma io non mi aspettavo così tanto successo. Mi stavo lasciando con la mia donna, ma ero disperato per una serie di cose anche citate nelle canzone. C’era un male comune diffuso ed era un momento particolare in quel momento storico. Così attraverso una storia d’amore sono riuscito a raccontare quanto soffriva la mia generazione di quegli anni”.
Durante la sua carriera artistica, circolavano delle voci false che credevano che lui portasse sfortuna: “Poi all’improvviso si è aperto un periodo buio nella mia vita, quando una persona ha iniziato a spargere la voce del fatto che portassi sfortuna. Io non credo nella cattiveria della gente. Non credo di essere stato odiato, perché la cattiveria deriva dall’odio”.
“Questa cosa è iniziata per scherzo, tutti prendiamo in giro qualcuno. Questa persona ha iniziato a puntare il dito alle canzoni che ho cantato. C’era chi le sposava, perché pensava che sarebbero state d’aiuto a per uscire da un momento triste, chi invece chi non viveva quel momento mi ha individuato come cantante negativo, perché esprimevo dei concetti negativi. Non sono mai stato incazzato con nessuno. Ho dichiarato di ritirami perché è come quando una azienda va a fondo e l’amministratore delegato deve dimettersi”.
Masini si sentiva perseguitato da queste maldicenze, oggi le definisce “un’arma letale”: “Non potevo ad andare al bar a prendere il caffè, che vedevo gente che si girava e si toccava. Mi sentivo disarmato, perché questa è un’arma letale che ti fa fuori. Nel 2001 arrivò una lettera da una tv al mio manager in cui si diceva ‘ci dispiace il pezzo è molto bello, ma il suo artista emana energie negative‘. La mia casa discografica mi rese il contratto dicendo che non riuscivano a fare promozione e quindi non avevano più a disposizione il budget per sostenermi”.
Dopo anni di dolore e sofferenze, il cantante nel 2004 ha dimostrato che nelle sue canzoni non trasmette solo nostalgia. La sua rinascita ufficiale è arrivata al Festival di Sanremo condotto da Simona Ventura. Masini tornò a cantare portando in gara “L’uomo volante” e vinse quell’edizione.
“Dico che è inutile arrabbiarsi e fare del vittimismo, perché non serve. Bisogna essere lucidi, freddi. Conosco solo una formula per affrontare momenti difficili ed è scrivere canzoni. Bisogna essere ancora più forti di una persona normale. Ed è arrivata una canzone che ha sfondato questi muri altissimi. Era ‘L’uomo volante’ che ha vinto Sanremo nel 2004. Era una sfida per me. La cosa migliore quando succede qualcosa che ti mette in difficoltà è credere nel domani. Se oggi sei in difficoltà, domani non lo sarai, basta che tu sappia prevederlo il futuro e programmarlo in modo da sorprenderti per tutto quello che verrà”.