Milano, le fanno un raschiamento dopo un aborto, mamma muore dissanguata
MILANO: muore dissanguata dopo un raschiamento. L'errore dei medici è stato fatale. Aveva avuto un aborto e...
La vicenda risale all’aprile dello scorso anno, ma l’udienza ci sarà il prossimo 10 dicembre. Una donna di circa quarant’anni, già mamma di una bambina, dopo nove settimane dalla scoperta di essere di nuovo incinta, ha avuto un aborto spontaneo. Un episodio doloroso, che purtroppo può accadere. Come si fa di solito in questi casi, la 40enne si è poi recata all’ospedale Humanitas di Rozzano, per fare il raschiamento.
Durante l’intervento, i medici hanno accidentalmente perforato l’utero della donna, comportandole una grave emorragia.
La donna è morta poco dopo e adesso tre ginecologi sono accusati di omicidio colposo. Quest’ultimi avrebbero soccorso la donna, con delle trasfusioni di sangue, risultate inutili. Secondo l’accusa, se la donna fosse stata sottoposta ad un isterectomia immediata, per chi non lo sa si tratta di una tecnica chirurgica che prevede l’asportazione dell’utero, la quarantenne sarebbe ancora viva.
La procedura è prevista proprio in casi come quello di questa donna, ma i tre medici non l’hanno seguita e non sono riusciti a riparare il loro errore.
Il compagno della donna adesso vuole giustizia ed è assistito dagli avvocati Antonio Ferrari e Sergio Vitale. Come già riportato in precedenza, i due avevano già una bambina di 4 anni, che oggi sta crescendo senza una madre .
Il prossimo 10 ottobre ci sarà l’udienza e si saprà quali saranno le accuse e le decisioni finali contro i tre ginecologi.
L’ospedale si è scusato in una nota scritta: “il proprio forte e sincero rammarico per quanto accaduto, nonostante tutti gli sforzi profusi. La paziente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di natura ginecologica. Durante l’operazione si è manifestata una seria complicanza, alla quale è seguita un’improvvisa emorragia . A nulla sono serviti tutti gli interventi messi in atto dalle equipe chirurgica e il coinvolgimento di tutte le risorse professionali e tecnologiche dell’Humanitas”.
In attesa dell’udienza e di ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.