La storia di Kristal Amezquita
"Va bene, tu stai bene. Sei giovane, ne avrai altri", è così che il medico ha cercato si rassicurare la povera mamma, non capendo quello che stesse provando
La vicenda risale allo scorso 2017 e si è diffusa in tutto il mondo. La mamma che vedete nelle foto di seguito, si chiama Kristal Amezquita e come ogni donna, quando ha scoperto di essere incinta, era al settimo cielo. Purtroppo la sua felicità è stata interrotta da alcune complicazioni nel corso della gravidanza.
Quando era incinta di 21 settimane, è stata sopraffatta da degli insopportabili dolori allo stomaco e si è diretta al pronto soccorso. Quando le ostetriche hanno valutato la sua situazione, hanno subito allarmato il medico primario. Kristal aveva capito che stava succedendo qualcosa di orribile.
“Mi hanno detto che stavo partorendo. Ero in travaglio e quei forti dolori, erano le contrazioni. Non capivo, era troppo presto. Stavo perdendo le acque, quelle che avrebbero far dovuto vivere il mio bambino. Mi hanno spiegato che la mia cervice si era aperta e che la placenta era entrata in contatto con il canale vaginale causando un’infezione. Avevo due opzioni davanti: accelerare la mia gravidanza, quindi partorire o lasciare che le cose facessero il loro corso ma sarebbe stato pericoloso per il mio corpo e anche per il feto.
Mi hanno fatto l’epidurale ed inserito il catetere. Ero così a disagio. Ho chiamato l’infermiera e le ho detto di togliermelo perché mi dava fastidio ma lei insisteva che non era possibile. Mi aveva fatto l’anestesia, non avrei dovuto sentire nulla.
Poi le mie acque si sono rotte improvvisamente e l’ho sentito andare via da me. Non riuscivo a credere che stava accadendo davvero, stavo perdendo il mio bambino.
Il medico mi guardava e continuava a ripetere: sei giovane, ne avrai altri. Va bene, tu stai bene. Non riuscivo a crederci. Come poteva dirmi in quel momento che io stavo bene?
Era così piccolo che è scivolato fuori e lo hanno lasciato cadere sul pavimento. Pesava soltanto 10 once. Ho soltanto potuto salutarlo con un rito commemorativo”.