Gli stereotipi di genere: i lavori da uomini e i lavori da donna
Gli stereotipi di genere si insinuano nella nostra mente fin da piccoli: non è vero che esistono lavori da uomini e lavori da donna
Gli stereotipi di genere esistono e sono duri a morire. Anzi, si insinuano nelle nostre menti sin dalla più tenera età. Un recente studio ha infatti scoperto che già i bambini credono che esistano dei lavori da uomini e dei lavori da donna. La strada verso la parità di genere è ancora lunga e ricca di ostacoli.
Una recente ricerca condotta da Comunicazione 2000, per il progetto “Oggi per Domani”, realizzato grazie al contributo del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha svelato che esistono ancora convinzioni per cui una donna non può fare lavori che di solito sono associati agli uomini e viceversa.
Lo studio, condotto su un campione di 300 classi di 70 scuole dell’infanzia e primarie del Comune di Roma che hanno partecipato a un progetto di sensibilizzazione contro la violenza di genere, coinvolgendo quindi 8.000 bambini, ha scoperto che il 53% dei docenti delle scuole di Roma pensa che nei bambini con età compresa tra i 3 e i 10 anni sono già presenti stereotipi di genere. Che possono diventare pregiudizi in men che non si dica.
Ad esempio i bambini pensano che la donna non possa fare la calciatrice o la sportiva in generale, mentre gli uomini non devono fare i cuochi, i maestri e i ballerini. Questi ultimi non possono vestirsi di rosa o di rosso. La mamma a casa cucina e si prende cura dei figli, mentre il papà lavora, porta a casa i soldi e fa divertire i bambini.
Anche nei giochi ci sono distinzioni tra maschi e femmine: i maschi corrono, giocano a pallone, le femmine giocano a fare la mamma con le bambole o la parrucchiera. E guai a scombinare questi pregiudizi vecchi come il mondo.
Per fortuna dall’indagine emerge anche una bella notizia. Solo 2 bambini su 100 pensano, invece, che le donne appartengano al sesso debole.