Il diritto dei bambini di poter parlare
Nella Giornata Mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza vogliamo parlare del diritto dei bambini a poter parlare ed esprimersi correttamente
Il 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Tanti i diritti che ogni bambino dovrebbe rivendicare e che spesso sono calpestati. E che noi dovremmo difendere. Come il diritto di poter parlare ed esprimersi.
L’Articolo 12 della Convenzione che l’Assemblea Generale degli Stati Uniti ha approvato il 20 novembre del 1989 parla chiaro: il bambino ha il sacrosanto diritto di poter esprimere la propria opinione su ogni questione che lo riguarda direttamente o indirettamente. E la sua opinione deve essere presa sempre in considerazione da chi lo ascolta.
Ci sono bambini che non possono parlare. O che non riescono. Come ad esempio nel caso dei bambini che soffrono di balbuzie: molti bambini hanno ben chiaro in testa quello che vogliono dire, ma quelle parole non ne vogliono sapere di uscire fuori. E così rimangono in silenzio, cambiano il loro pensiero, smettono di parlare, perché non riescono a esprimersi come gli altri si aspettano.
Ecco che in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia l’associazione Vivavoce, che si occupa anche di sensibilizzare sulle balbuzie, parla proprio ai più piccoli, con la filastrocca della balbuzie.
Filastrocca della balbuzie
Il progetto è nato da un’idea di Dajko Comunicazione, con testi di Davide Carafòli e musica di Giacomo Vaghi, per sensibilizzare anche i più piccoli, fin dalla scuola dell’infanzia, su un tema che spesso non viene affrontato.
Camillo Zottola, ex balbuziente, oggi medico e presidente dell’Associazione degli ex-allievi del Centro Medico Vivavoce, spiega: “I bambini possono essere ambassador straordinari per diffondere un messaggio di incoraggiamento ai coetanei che soffrono di balbuzie, ma non solo. Da piccolo sentivo di avere tante cose da raccontare. Mi è sempre piaciuto studiare, ma le mie interrogazioni non mi hanno mai soddisfatto: riuscivo a esprimere la metà di quello che sapevo”.
Scopo della filastrocca è promuovere un cambiamento, immedesimandosi e provando empatia in quell’amico che non riesce a parlare senza “incepparsi”. Aiutandolo ad affrontare la sfida. Perché “parlare è un diritto. Superare la balbuzie, una conquista”.