I papà che si alzano di notte per i bambini non meritano elogi
I papà che si alzano di notte per i loro bambini non meritano assolutamente elogi e complimenti. Ecco cosa ha detto quell'uomo...
Era notte e il papà si era alzato insieme alla mamma per badare al bambino che si era svegliato, quando lui disse a lei. “Almeno io mi alzo con te, molti uomini non lo fanno, dovresti essere grata per questo”. No, le mamme non devono essere grate ai papà se fanno il loro lavoro. La genitorialità deve essere condivisa.
L’uomo era stanco e ha esternato quel pensiero quasi a voler dire che lei era una mamma fortunata perché aveva lui lì accanto che si prendeva cura insieme a lei del loro figlio. Come se stesse facendo qualcosa di eroico e di eccezionale. Qualcosa che non rientrava nelle sue competenze di padre. Quando invece è proprio quello che ogni genitore dovrebbe fare.
Lei nel sentire quelle parole si era fermata un momento, con il bambino che finalmente alle 7 del mattino si era addormentato. Gli occhi erano rossi, i capelli spettinati, si strinse forte nel suo bambino. E il papà si aspettava che lei fosse d’accordo con la sua esternazione, perché in fondo quante volte abbiamo conosciuto padri che non si sono mai alzati una volta di notte, perché questo era il lavoro della mamma?
Lei, invece, al posto di essere d’accordo con lui, gli disse semplicemente: “Vorrei che tu smettessi di dirlo”. La mamma studiava a tempo pieno all’università, era mamma di tre figli e volontaria nella loro scuola. Studiava con i bambini che le tiravano le gambe. Nonostante i suoi impegni faceva tutto in casa: puliva, cucinava, accompagnava i figli a scuola e a fare sport, li educava, cercava di tenerli al sicuro e si sentiva l’unica responsabile dei figli.
Il papà non ha pensato a niente di tutto questo pronunciando quella frase. Lui pensava di essere un supereroe perché ogni tanto, quando non lavorava, puliva casa o si alzava di notte per i bambini e pretendeva attenzioni speciali per quelle cose che faceva, perché sono viste come il lavoro della mamma di solito.
“Perché non lo devo dire? Altri padri non lo fanno”. La donna, in piedi con il figlio più piccolo tra le braccia e gli altri due ancora a letto, rispose sottovoce: “Perché non mi fa sentire come se fossimo una squadra. Vuoi che ti dica grazie per quello che fai. Ma è anche tuo figlio”. La donna ha detto di apprezzare quello che lui faceva, ma di odiare il modo in cui lui faceva pesare tutto quello.
Lui era arrabbiato, ma poi pensandoci si è sentito un vero e proprio idiota. Arrivato al lavoro la chiamò solo per dirle: “Hai ragione”. E lei le disse solo: “Grazie”.