Assolto Besart Imeri, l’uomo che uccise suo figlio di 5 anni

ANCONA, uccise suo figlio di 5 anni, soffocandolo. Besart è stato assolto. Ecco il motivo e come dovrà scontare la pena...

La vicenda risale allo scorso mese di gennaio del 2018 ed è accaduta a Cupramontana, un comune italiano in provincia di Ancona. Un uomo di origine macedone, di circa 28 anni, di nome Besart Imeri, è stato accusato di aver soffocato suo figlio Hamid, un bambino di soli 5 anni. Secondo i fatti riportati, gli avrebbe messo una mano sul naso e una sulla bocca, mentre si trovava seduto nei sedili posteriori della sua Toyota.

Al momento dei fatti, l’uomo aveva appena perso il lavoro ed era entrato in un profondo stato di depressione. Si era giustificato dichiarando che qualcosa dentro di lui, gli aveva detto che avrebbe dovuto uccidere suo figlio. Una voce, che Imeri ha deciso di seguire. Ha sempre dichiarato di essere stato posseduto da un’entità soprannaturale.

E’ stato arrestato e condotto nel carcere di Montaguto. E’ stato condannato a 12 anni di reclusione, ma poco fa è stata diffusa la notizia che la Corte di Appello di Ancona ha prosciolto l’uomo, riconoscendogli la completa infermità mentale.

Adesso l’uomo dovreà scontare la pena di dieci anni, vista la sua pericolosità, in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Si tratta di una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali.

La notizia sta facendo discutere molto, dividendo il mondo del web in contrastanti opinioni.

L’omicidio del piccolo Hamid non è l’unico argomento tornato a far parlare nelle ultime ore. In molti ricorderanno Chiaraluna, la neonata trovata morta sulla spiaggia di Monopoli. Sua madre Lidia, una 25enne, l’aveva partorita e poi abbandonata, perché non “sapeva cosa fare”.

E’ stata condannata a 14 anni di reclusione, ma poco fa è stata diffusa la notizia che il tribunale ha ridotto la sua pena ad 11 anni di carcere, poiché la perizia psichiatrica le ha riconosciuto una semi infermità mentale. Quando Lidia ha condannato a morte la sua bambina, era in un “momento dissociativo” e sotto effetto di alcol.