Messo in castigo a scuola perché non può permettersi di pagare alcune cose per i progetti scolastici
Una mamma ha denunciato il fatto che suo figlio è stato messo in castigo perché non poteva permettersi di comprare dell'attrezzatura per la scuola
Su Twitter una mamma ha denunciato una situazione che suo figlio è stato costretto a vivere a scuola perché non poteva permettersi di comprare dei nuovi materiali scolastici richiesti per dei progetti. Il figlio era stato messo in punizione, come se fosse una colpa essere “povero” e non poter acquistare tutto quello che veniva chiesto dalla scuola.
Il post della mamma è diventato subito virale sul social network. Pubblicato dall’utente Nabboland, il post contiene un racconto che ha dell’incredibile. A scuola suo figlio, insieme alla classe, doveva fare un progetto di cucina, ma la famiglia non poteva permettersi di comprare gli ingredienti necessari, come richiesto dagli insegnanti. La scuola li ha chiesti tra l’altro il giorno prima per il giorno dopo, non dandole il tempo di organizzarsi. E a quanto pare gli insegnanti gli hanno dato una punizione per questo.
“Sono così arrabbiata per questo, non è colpa sua. È sempre andato tutto bene in passato, ma la recente malattia a paralizzato le mie finanze”. Il ragazzino soffre di autismo e recentemente la scuola ha anche vietato le felpe con cappuccio, che a quanto pare erano il rifugio sicuro per suo figlio, anche quando fuori pioveva. Ovviamente le persone hanno espresso massima solidarietà alla mamma.
Le è stato consigliato di parlare con l’insegnante e andare dal preside per chiarire una situazione davvero disgustosa e squallida. Non si può mettere in punizione un ragazzo perché non ha potuto fare qualcosa che era al di fuori del suo controllo e del controllo della sua famiglia.
Altri genitori hanno condiviso le loro esperienze: anche i loro figli erano stati puniti perché le famiglie non erano state in grado di pagare del materiale extra che serviva a scuola.
C’è anche chi racconta che i bambini venivano messi in file separate per i pasti scolastici gratuiti e che li consumavano in tavoli separati, serviti per ultimi.