Mestre, treno deraglia pochi metri prima la stazione
Un treno è deragliato poche decine di metri prima di arrivare alla stazione di Mestre. Il treno è uscito dai binari ed è finito sulla massicciata.
Un treno è deragliato poche decine di metri prima di arrivare alla stazione di Mestre. Il treno è uscito dai binari ed è finito sulla massicciata. Fortunatamente non risultano esserci feriti e nemmeno ritardi della circolazione dei treni.
L’incidente è avvenuto alle 7.30 di oggi 13 febbraio 2020, il locomotore era in manovra ed è finito dalla sede dei binari sulla massicciata.
In queste ore i tecnici stanno cercando di rimuovere dalla zona secondaria della stazione dove è avvenuto il deragliamento ed hanno spiegato che si è trattato di uno “svio”.
Il convoglio stava procedendo a bassa velocità e questo ha fatto sì che non ci fossero gravi conseguenze sia per i passeggeri che per i macchinisti. Stando alle prime informazioni, risulta che il locomotore coinvolto nell’incidente è quello utilizzato per i treni regionali che si trovava in un fascio di binari esterno alla circolazione ferroviaria ordinaria. I tecnici sono al lavoro per individuare le cause di questo incidente e riposizionare il treno sulla strada ferrata.
Intanto proseguono le indagini sul treno deragliato la scorsa settimana nel Lodigiano. La procura di Lodi ha parzialmente di sequestrato l’area.
Sono state indagate 5 persone e i loro cellulari sono stati sequestrati perché i messaggi presenti nelle loro chat sono ritenuti preziosi per le indagini e per far luce, quindi, su quanto accaduto al frecciarossa 1000. Serviranno per chiarire eventuali responsabilità per la morte dei due macchinisti.
Ieri 12 febbraio si è svolto il funerale di Mario Dicuonzo il macchinista di 59 anni al quale hanno preso parte il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il prefetto di Milano Renato Sacconen, il sindaco di Pioltello Ivonne Cosciotti e tanti amici e colleghi che lo hanno ricordato dall’altare.
“Eri una brava persona e una persona buona. Eri così paterno che quasi ci si sentiva a casa. Se adesso siamo qui, e siamo macchinisti, lo dobbiamo a te. Se è vero che un macchinista non muore mai, un maestro non lascerà mai i suoi allievi”.