Coronavirus, coppia di medici positiva al virus contagiano anche le figlie: la donna si offre di curare i pazienti
Una coppia di medici, sono risultati positivi al coronavirus e hanno infettato le loro figlie: ora la moglie si offre per curare gli altri pazienti affetti
I primi ad essere stati contagiati dal coronavirus sono proprio i medici che, ogni giorno, in prima linea, combattono contro questo nuovo nemico. A parlare in questi video è un medico oncologo, che racconta che lei e tutta la sua famiglia sono risultati positivi al covid-19. Ora si offre volontaria per curare gli altri pazienti ancora infetti.
Il coronavirus, per il nostro paese, sta diventando una vera e propria piaga sociale. I primi che ne hanno risentito sono stati proprio i medici e tutti gli operatori sanitari che hanno prestato i primi soccorsi ai malati. Di conseguenza, anche le loro famiglie sono state le prime ade essere colpite.
A tal proposito, parla l’oncologa dell’Ospedale di Alessandria, Federica Grosso, la quale racconta di come e quando lei e suo marito, anche lui oncologo, sono entrambi risultati positivi al covid-19. A tal proposito, specifica di come lei sia asintomatica, ma positiva, e di come il marito sia invece attualmente ricoverato nel reparto di pneumologia, ma in netto miglioramento.
Il problema principale della donna, però, rimane la positività delle sue due figlie, di 18 e 11 anni. Le due ragazze, infatti, sono risultate positive dopo quattro giorni di febbre alta. Come sottolinea la madre, sicuramente sono state i genitori a contagiare le figlie. La dottoressa, infatti, specifica di come il loro tampone sia arrivato notevolmente in ritardo e, a quel punto, era inevitabile che tutti risultassero contagiati.
Il medico, essendo asintomatica, lancia un appello: “Fate lavorare noi medici positivi ma asintomatici con i pazienti Covid, così da proteggere il resto del personale ancora sano”.
E poi ancora: “Fate quanti più test possibili agli operatori sanitari”.
L’importanza di fare i test a quanti più possibili operatori sanitari è vitale. Infatti, sono proprio loro coloro che fanno da veicolo principale al virus, che in questo modo riesce ad attaccare molti pazienti purtroppo con difese immunitarie più basse. Il gesto di voler lavorare al posto di chi è ancora sano è encomiabile e, se attuato, potrebbe essere un bello smacco.