La figlia dell’agente della scorta di Giuseppe Conte, Giorgio Guastamacchia, lo saluta con una dedica speciale
Giorgio Guastamacchia non ce l'ha fatta, il COVID-19 l'ha portato via e ora per l'agente della scorta di Giuseppe Conte arriva la dedica commovente della figlia
Giorgio Guastamacchia non ce l’ha fatta, l’agente della scorta di Giuseppe Conte è morto a 52 anni dopo aver contratto il COVID-19. Era stato ricoverato ed intubato ad inizio marzo e ieri non ce l’ha fatta. Oggi arriva il commovente messaggio della figlia
“L’ultima volta che ti ho visto è stato il 6 marzo. L’ultima volta che ti ho sentito è stato il 19 marzo, il giorno del tuo ricovero (bella festa del Papà, vero?). Da quel giorno anche se eri intubato e incosciente, ogni giorno ti ho mandato uno o più messaggi per incitarti a non mollare, a combattere sto ca**o di virus
Da stamattina mi rendo conto che quei messaggi non li leggerai mai. Ma sicuramente erano arrivati direttamente al tuo cuore perché, si sa, un rapporto padre-figlia non se ne andrà mai, soprattutto dopo aver condiviso tante cose. Addio papà. Sono straorgogliosa di averti avuto come padre. Un giorno racconterò la tua storia. La storia di un eroe. La storia di un padre meraviglioso e un poliziotto esemplare
Dammi solo il tempo di tornare lucida ed uscire da questo mare di lacrime e dolore….Ci vorrà un po’ ma ce la faremo. Stacci vicino papà, stacci vicino te ne prego. Mancherai come non so cosa. Sarai la stella più lucente lassù, insieme a nonno”
Grazie a Giuseppe Conte per le belle parole verso mio padre e per avermi chiamata stamattina – conclude – facendomi le condoglianze personalmente. Lei sa cosa deve fare”
Anche la moglie di Giorgio Guastamacchia ha rilasciato un’intervista al Messaggero in cui ha raccontato i giorni antecedenti al ricovero e come sono andate le cose:
“L’ho salutato sulla porta di casa la sera del primo ricovero e da allora non l’ho più visto […] Sono vicina in questo momento a tutti quelli che hanno perso i propri cari. Non li vedi più, non puoi neanche accarezzare una bara […] Giorgio sapeva che era una cosa seria ma era rimasto sereno, non ci voleva spaventare […] La mattina dopo mi ha mandato una foto del tè che gli avevano portato e il messaggio ‘oggi colazione a letto’. Questo per far capire che persona era mio marito”