Coronavirus, scontro tra Giuseppe Conte e il Comitato Scientifico: “Non posso fare quello che dite l’Italia rischia di fallire”
Giuseppe Conte si trova a dover prendere decisioni importanti e definitive: "Non posso obbligare troppo a lungo la gente a stare dentro casa"
Giuseppe Conte, insieme col governo, sta lavorando duramente per garantire l’incolumità di tutti noi cittadini. Il numeri dei contagi sono in calo, la quarantena e il blocco delle attività dura ormai da settimane. Mantenere l’equilibrio tra l’esigenza di garantire la sicurezza è quella di far ripartire l’economia inizia ad essere complicato.
Giuseppe Conte si trova a dover effettuare una scelta, da una parte il rischio di fallimento per l’Italia, dall’altra una possibile nuova espansione del virus. Nelle ultime ore lo scontro a Palazzo Chigi è stato intenso è acceso. Il dibattito e i contrasti, sono con il Comitato Scientifico che lo affianca.
“Non posso fare quello che voi dite, l’economia deve ripartire o il paese rischia il fallimento. Dobbiamo essere competitivi con i mercati internazionali”. E ancora: “Non possiamo obbligare troppo a lungo la gente in casa. Ci sono problemi psicologici di cui bisogna tener conto. Non siamo in Cina. Quello è un regime. Un altro modo di pensare. In base al declino dell’emergenza sanitaria dal 18 aprile, ci sarà una ripresa graduale”, queste le sue parole.
Inamovibile il premier, nonostante arrivino critiche anche dagli alleati del PD. In particolare è il Partito Democratico a lamentare eccessiva fuga di notizie e le troppe personalità autorevoli che danno informazioni anche contrastanti. Questa situazione confonde i cittadini, che non sanno più distinguere l’ufficiale dall’opinabile. Ecco le parole dei piddini:
“Non possono esserci troppe voci: Arcuri, Borrelli, Ricciardi. Occorre che sia una sola persona che parli alla popolazione” la situazione comincia ad essere fortemente tesa.
L’Italia si trova ad un bivio e fare la scelta sbagliata può portare a conseguenze ben più che disastrose, forse tragiche.
Speriamo che i nostri leader politici trovino un accordo comune, che sia bilanciato tra una riapertura e una valutazione dei rischi. Nel frattempo a noi italiani non resta che aspettare e continuare a rispettare le regole.