Omicidio Lorena Quaranta: parla lo zio Giuseppe.
Omicidio Lorena Quaranta, la giovane uccisa dal suo compagno. Adesso è la famiglia a parlare.
Si torna a parlare dell’omicidio di Lorena Quaranta, accaduto a Furci Siculo, in provincia di Messina. La giovane è stata uccisa dal suo compagno, Antonio De Pace. Chi li conosceva, non si spiega ancora cosa abbia portato il ragazzo a compiere un gesto così atroce. Li hanno definiti una coppia amorevole, che si sosteneva, felice e che non litigava mai.
Dopo l’omicidio, Antonio De Pace aveva confessato di averla uccisa perché gli aveva trasmesso il Coronavirus, ma le sue parole sono state subito smentite dai test negativi di entrambi.
Da quel momento è stato arrestato e si è chiuso nel silenzio. Ancora oggi, Antonio si rifiuta di parlare e di raccontare come siamo andati realmente i fatti.
Lorena Quaranta aveva soltanto 27 anni e stava per diventare medico. È stata ferita con un coltello alla pancia e poi uccisa strangolata.
Anche Antonio De Pace è un infermiere e non stava vivendo, secondo quanto raccontato, serenamente questo periodo di emergenza sanitaria. Dopo aver ucciso la sua compagna, ci ha impiegato un po’, ma alla fine ha chiamato i Carabinieri. Aveva diverse ferite sui polsi, infatti le autorità credono che abbia prima tentato di suicidarsi.
Sul corpo di Lorena è stata richiesta l’autopsia e si attendono ancora i risultati definitivi.
Sulla vicenda ha deciso di parlare lo zio della ventisettenne, il fratello di suo padre, Giuseppe Quaranta:
“Vivevano un amore simbiotico, Antonio era sempre premuroso, sembrava la persona giusta e anche lei ne era convinta. Bisogna aprire gli occhi e capire che cose del genere accadono anche in un rapporto che sembra perfetto.
In questo periodo, da infermiere, come tutti gli operatori sanitari, era spaventato dal virus. Aveva paura di uscire ed andare a trovare i pazienti, perché avrebbero potuto trasmettergli il virus”.
La famiglia Quaranta pretende l’ergastolo perché Lorena è stata uccisa dalla persona che più amava, in modo brutale.