Salvatore Parolisi potrebbe tornare in libertà a Giugno grazie alla buona condotta
Salvatore Parolisi potrebbe tornare in libertà a Giugno: fu accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea nel 2011, ora c'è la rabbia del fratello della donna
Salvatore Parolisi, accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, potrebbe uscire dal carcere di Bollate, dove sta scontando la pena di 20 anni. L’uomo potrebbe tornare in libertà se il giudice di sorveglianza dovesse decidere di concedergli i benefici per buona condotta
L’omicidio risale al 18 maggio 2011, la donna è stata uccisa con 35 coltellate, l’uomo al tempo tradiva la moglie con una soldatessa e il movente del delitto venire ricondotto proprio a questo. L’uomo fu condannato a 20 anni di carcere ma oggi le cose potrebbero cambiare
I suoi avvocati ritengono che per la sua buona condotta ci siano tutti i presupposti per farlo uscire dal carcere, al contempo però, il fratello di Melania Rea chiede giustizia e si appella al giudice di sorveglianza affinché neghi il permesso.
“Con la morte di Melania è come se io e i miei genitori fossimo stati condannati all’ergastolo, le nostre vite si sono fermate. Andiamo avanti solo per il bene di mia nipote che in un colpo solo, con la mamma uccisa dal papà, si è ritrovata orfana di entrambi i genitori. E adesso ci vengono a dire che quell’assassino, bugiardo e per nulla pentito, può usufruire del regalo della libertà?
Non ha senso, né per mia sorella e la mia famiglia, né per l’Italia intera che non può riconoscersi in una giustizia in cui chi sbaglia viene premiato. Le tante, tantissime persone che ci telefonano o ci scrivono per esprimerci solidarietà. Nessuno ha dimenticato le tante bugie, i tradimenti e i depistaggi di Salvatore.
La gente è sempre stata dalla nostra parte – prosegue Michele Rea – per questo io mi auguro che il giudice di sorveglianza si metta una mano sulla coscienza. La verità è che dovrebbe cambiare proprio il sistema giudiziario per impedire a un assassino di ottenere i permessi premio dopo solo 9 anni di reclusione”