Emorroidi in gravidanza: cosa fare e come curarle
In gravidanza, può molto spesso capitare di notare e sopratutto sentire l'insorgenza delle emorroidi: ecco perché vengono fuori e i rimedi disponibili
Le emorroidi possono essere tranquillamente definite una vera e propria piaga sociale: dolorose, fastidiose e croniche. Insomma, una delle cose più esasperanti che esistano. Una cosa è vera però, che può sempre andare peggio: esistono le emorroidi in gravidanza. Insomma, immaginate avere un pancione di 9 mesi e delle emorroidi che aumentano ancora di più il fastidio. Un tormento. Ecco allora il motivo per il quale le emorroidi vengono fuori in gravidanza, ma anche le cure più comuni per contrastarle.
Cosa sono le emorroidi
Prima di parlare della causa scatenante delle emorroidi, è bene, per avere un quadro completo, capire che cosa sono le emorroidi di base. Insomma, da cosa sono formate, ma anche in che cosa consistono. Questa è la base per capire come mai siano così dolorose e fastidiose allo stesso momento e perché moltissime persone sono costrette a combatterci contro per una vita intera.
Parlare di emorroidi come il problema che tutti abbiamo ben presente è fondamentalmente erroneo, in quanto le emorroidi, in realtà, sono comuni a tutti, anche alle persone più sane. Infatti, con il termine emorroide si intende una struttura vascolare normalmente presente nel canale anale di tutte le persone.
Quando si parla della patologia estremamente fastidiosa che tutti hanno presente, non si parla dell’emorroide in sé, ma si parla della sua degenerazione. Si tratta del rigonfiamento, dell’arrossamento e dell’infiammazione di questi canali vascolari. In gergo più preciso, però, non si sta parlando di emorroidi semplici, ma di malattia emorroidaria. Una vera e propria patologia da non sottovalutare, specialmente nei suoi stati più acuti.
L’importante e allo stesso tempo la pericolosità di questa patologia risiede fondamentalmente nel fatto che le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto vascolare, all’interno dei quali si trova un tessuto spugnoso ricco di sangue e formato prevalentemente da capillari, vene e arterie. Insomma, si può bene comprendere come una rottura di questo canale possa fondamentalmente portare ad un’emorragia non indifferente, in gravi condizioni.
Emorroidi in gravidanza: esterne o interne?
Dal punto di vista anatomico, le emorroidi si distinguono in interne ed esterne. Quelle interne si trovano nel canale anale, in particolar modo al di sopra della linea dentata o pettinea che divide il canale anale in base al tessuto dal quale è composto. Le emorroidi esterne sono invece quelle situate al di sotto di questa linea, proprio intorno allo orifizio anale. Inoltre, bisogna sottolineare che la sensibilità al dolore è diversa tra una tipologia di emorroide e l’altra. In particolar modo, le emorroidi interne non percepiscono dolore, a differenza di quelle esterne.
Il compito delle emorroidi, oltre che alla vascolarizzazione del canale anale, è anche quello di contribuire, insieme allo sfintere anale, sia all’evacuazione che al contenimento delle feci, liquidi e gas. Questo viene garantito dal fatto che, essendo ampiamente vascolarizzate, queste possano di fatto gonfiarsi e sgonfiarsi allo stesso tempo, garantendo il blocco o il libero movimento di tutti i materiali all’interno del canale anale.
Quando non sono irritate o gonfie, non vengono percepite, ma al contrario, se lo sono, la loro presenza è predominante. Insomma, sono elementi importanti ed essenziali dell’apparato gastrointestinale.
Cause delle emorroidi in gravidanza
Come abbiamo detto, le emorroidi sono sempre presenti all’interno dell’apparato umano, ma di norma non dovrebbero dare problemi. Esistono, però, quei casi in cui il dolore alle emorroidi diventa predominante, proprio a causa del loro gonfiore e della loro infiammazione. In particolar modo, durante la gravidanza il rischio di incombenza di questa patologia emorroidaria diventa ancora maggiore. Si pensi solamente che ci sono donne che non ne soffrono per tutta la vita, né prima né dopo la gravidanza, ma solo e soltanto durante il periodo di gestazione.
Il motivo principale, come si può ben dedurre, dell’insorgenza di questa patologia sta proprio nell’evidenza: la gravidanza. Durante questo periodo così particolare per una donna, lo stress a livello fisico è altissimo. Il motivo più intuibile, legato alla comparsa di una patologia emorroidaria, è legato proprio all’aumento dell’utero stesso.
L’utero, che è di volume decisamente maggiore, crescendo ed occupando più spazio, va a premere sull’intestino e sulle vene ano rettali. Questa compressione, oltre a favorire l’insorgenza di emorroidi, favorisce anche l’aumento di stitichezza e problemi legati al canale ano rettale. Questo perché diventa un vero e proprio ingombro a livello di un corretto smaltimento di feci.
Questo diciamo che rappresenta la causa meccanica dell’insorgenza di tale patologia, ma non è certamente l’unica.
Gravidanza, emorroidi e ormoni
Rimanendo sotto il punto di vista di gravidanza, un’altra problematica molto importante è legata al settore ormonale. Si sa, in gravidanza gli ormoni fanno festa: non danno tregua alla donna, aumentando in modo spropositato il loro quantitativo. Un’altra loro conseguenza è l’arrivo e lo sviluppo di emorroidi.
Gli ormoni riescono a modificare l’andamento emorroideo proprio con il loro aumento ad inizio gravidanza. Favoriscono proprio la dilatazione di questi canali vascolari, che di conseguenza arrivano ad ampliare il loro volume e ad irritarsi. Infatti, a causa dell’aumento di estrogeni e progesterone, si assista ad un graduale rilassamento del tessuto connettivale, mettendo a dura prova il tessuto che ricopre i vasi sanguigni che costituiscono le emorroidi.
In particolar modo, questi non riescono più a sostenere il flusso e la pressione sanguigna, che sono anche in continuo aumento, specialmente verso la fine della gravidanza, quando si avvicina il parto. La pressione addominale, in quello specifico periodo, è altissima e continua ad aumentare, scaricando tutto a livello emorroideo. Per questo motivo, verso la fine, cominciano ad ingrossarsi e ad aumentare notevolmente.
Dopo il quinto mese, oltre al problema meccanico, legato all’ingrossamento dell’utero, subentra anche il problema legato ad una modificazione comportamentale. Infatti, ad una certo punto si inizia inevitabilmente a ridurre anche l’attività fisica, proprio a causa dell’ingrossamento e dell’appesantimento del fisico. In sostanza, si crea un ristagno venoso, unito alla debolezza vascolare. Questo aumenta la debolezza vasale e l’aumento del volume dei vasi stessi.
Questo è ciò che prettamente è responsabile a livello anale del rigonfiamento e del prolasso delle emorroidi. Sotto il punto di vista più generico, non solo delle emorroidi, ma anche delle varici o vene varicose a livello anale.
Cura per le emorroidi in gravidanza
Curare una patologia emorroidaria, significa fondamentalmente fare una piccola gara contro il tempo. Infatti, le emorroidi e le loro problematiche non vanno in alcun modo trascurate, ma vanno prese in tempo, in modo da poter contrastare l’avanzamento della malattia stessa.
In alcuni casi presi in tempi molto precoci, la cura per le emorroidi è di base comportamentale. Con una terapia del genere si aiutano diversi punti doloranti e che potrebbero velocemente degenerare.
Movimenti e attività utili
Onde evitare di sviluppare (o far peggiorare) le emorroidi in gravidanza è bene tenere in considerazione modi di muoversi, movimenti fisioterapici e accorgimenti sull’alimentazione, che aiutano a ridurre l’infiammazione e a ridare l’elasticità alle pareti delle vene varicose che sono inevitabilmente indebolite.
Le principali attività comportamentali sono:
- Regolare il movimento fisico: si tratta di alcuni movimenti stimolatori, che tendono a voler riportare in circolo il sangue venoso che si trova all’interno delle vene per farlo ritornare verso il cuore. Questo, inoltre, aiuta a combattere contro l’insorgenza di vene varicose gonfie e di ulteriore infiammazione, nonché a contrastare la stitichezza. L’esercizio ideale a questo proposito è il passeggio, ma ci si deve guardare bene dal fare attività che implicano sforzi importanti o violenti, poiché potrebbero causare solo forti traumi;
- Aumentare, gradualmente, il quantitativo di fibre nella dieta ed accompagnarla con un alto quantitativo di liquidi. Questo è un ottimo rimedio per evitare la stitichezza: aiuta moltissimo nella defecazione e, l’evitato sforzo nell’atto, aiuterà tantissimo a ridurre ancora di più i problemi di infiammazione e ingrossamento delle emorroidi nella zona dell’orifizio anale;
- Altro punto a favore è l’igiene anale. Consigliatissimo è l’utilizzo di acqua tiepida e sapone acido. Il motivo di questa scelta è che aiutano nella guarigione, ma sopratutto abbassano ulteriormente il rischio di infezione, che aumenta quando c’è la perdita di sangue dalle stesse emorroidi. Da evitare assolutamente, invece, è l’utilizzo di acqua fredda. Questa potrebbe causare degli spasmi muscolari a livello dei muscoli anali, che potrebbero strozzare le emorroidi e provocare ancora più danni, come una rottura di queste ultime.
Oltre ad una terapia di base comportamentale, è molto consigliato l’utilizzo di alcune pomate e medicinali appositi.
Pomate e medicinali per le emorroidi in gravidanza
Le pomate più consigliate sono quelle ad azione decongestionante, anestetica ed anche disinfettante. Questo perché innanzitutto aiutano nella disinfezione della zona, ovviamente lesionata ed infiammata, inoltre diminuiscono il dolore e decongestionano la zona, ovviamente occlusa e dolorante. Questi, di base, rappresentano metodi conservativi per la cura di una patologia emorroidaria.
Si possono utilizzare in stadi iniziali e non troppo gravi, ma non sono abbastanza con una patologia avanzata. Infatti, le principale sostanze impiegate in questo senso sono i corticosteroidi e gli anestetici ad uso locale. Ora, bisogna però tener conto di un altro fattore molto importante quando si tratta di farmaci di questo genere: sono utili e funzionali solo per conservare, ma non risolvono il problema dalla radice.
Si ricorda, però, che il caso che si sta qui trattando è la patologia emorroidaria in caso di gravidanza. Per questo motivo bisogna fare anche un’altra considerazione: i corticosteroidi non possono essere assunti da donne in dolce attesa. Quindi, in un periodo della vita di una donna in cui più i farmaci si evitano e meglio è, spesso si consiglia di ricorrere alla fisioterapia. Ovviamente, da questo trattamento non si può pretendere un risultato ottimale immediato, ma sicuramente è molto meno pericoloso e molto meno invasivo, per questo si preferisce notevolmente.
Durante il periodo di gestazione, inoltre, si può consigliare anche l’assunzione di farmaci farmacognostici che aiutano nel rafforzare le pareti venose, ma sopratutto nel ridurre l’infiammazione. Si sta parlando di prodotti naturali come l’ippocastano, la malva, il mirtillo ed altri.
Come curare l’alimentazione e la stitichezza
In gravidanza più che in ogni altro periodo della vita di una donna, è necessario tenere sotto controllo l’aumento inevitabile del peso. Questo perché sarà impossibile pensare di non aumentare la propria massa corporea, ma allo stesso tempo si deve cercare di contrastare il più possibile questo inevitabili aumento continuo, in modo da non andare oltre quello richiesto. Le uniche cose che devono crescere sono quelle legate al bambino.
Per fare in modo che questo aumento sia giusto e rapportato alla situazione, bisogna tenere sotto controllo innanzitutto l’alimentazione. Come accennato in precedenza, questa aiuta anche in caso di emorroidi, quando ricca di particolari sostanze come le fibre. In questo senso, possiamo notare come sia funzionale anche al fine di ridurre le situazioni di stitichezza, che sono un nemico acerrimo nella guarigione di una patologia emorroidaria.
Per questo motivo, una dieta consigliata in questo periodo richiede una grande assunzione di fibre, derivanti principalmente da cereali integrali, legumi, frutta e verdura. L’assunzione di queste sostanze aiuta fondamentalmente nel continuo regolare l’intestino, ovviamente corrotto dall’ingrandimento dell’utero che si espande sempre fino ai 9 mesi. Questo favorisce una riduzione della compressione sulle vene ed una maggiore circolazione di materiali all’interno dell’apparato gastrointestinale.
Stitichezza in gravidanza? Problema comune
La stitichezza è una grande nemica di moltissime donne in gravidanza, purtroppo. Si tratta di una problematica molto ricorrente, proprio per la mutazione della disposizione degli organi interni della parte addominale del corpo, che ospita, oltre all’utero, tutti gli organi dell’apparato gastrointestinale. Insomma, quasi scontata quanto fastidiosa. Proprio per questo motivo, diverse volte la situazione potrebbe diventare molto complicata e difficile da gestire. Proprio per aiutare a regolare l’intestino si consiglia anche l’utilizzo di frutti come mirtilli o tisane alla malva. Bisogna fare attenzione, però: non tutte le erbe sono consigliate in gravidanza.
Ci sono, come in ogni patologia e situazione difficile, dei casi in cui si sono situazioni estreme, che potrebbero causare danni ancor più grandi. Si può ricorrere, in questi momenti, all’utilizzo di lassativi. Questi dovranno essere degli osmotici , ovvero sostanze a base di elementi che trattengono l’acqua, aumentando la massa fecale e favorendone l’espulsione, senza una corretta metabolizzazione. Questo deve anche essere fatto per evitare che, dopo il parto, nel periodo immediatamente successivo, questo venga assunto dal bambino durante l’alimentazione.
Insomma, queste accortezze devono essere messe al primo posto, come l’evitare un eccessivo aumento di peso. Anche questo ha una funzione a livello della prevenzione di patologie di carattere emorroidario. In particolare, si deve evitare troppo aumento di peso perché questo potrebbe aiutare l’insorgenza di un ingrossamento e infiammazione delle emorroidi.
Il Ministero della Salute Italiana ha pubblicato delle linee guida sull’aumento di peso durante la gravidanza: per le donne obese, un aumento di massimo 6 kg, per le normopeso dagli 11 ai 16 kg, per le sottopeso dai 12 ai 18 kg.