La Lombardia continua a registrare un aumento di casi Covid-19
I numeri sono ormai in calo. Questo porta le persone a pensare che siamo "fuori pericolo ma in Lombardia i contagi non calano: "Rischiamo la seconda ondata"
La Lombardia continua a registrare un costante aumento di casi Covid-19. I modelli matematici prevedevano un’altro scenario. “Non è allarme, ma bisogna tenere alta l’attenzione perché significa che il virus circola ancora“. Questo quanto sostenuto da Andrea De Maria, professore associato di Malattie infettive all’Università di Genova, durante un’intervista rilasciata a Repubblica.
Il docente ha sviluppato un modello matematico assieme al collega Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi nello stessa università , e all’esperto di sviluppo di modelli software Agostino Banchi: “Concentrandosi sulla Lombardia e sul Nord-Ovest, rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi”.
De Maria è preoccupato perché “se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte, cosa succederà in autunno quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?“. Una domanda che dunque sorge spontanea è: “ma i modelli matematici sono stati utili? Oppure hanno portato fuori strada sia gli esperti sia il comitato tecnico scientifico?
La risposta di De Maria è stata: Sì, ci hanno permesso di individuare il picco dei nuovi casi giornalieri in Italia, tra il 25 e il 27 marzo, con 20 giorni di anticipo. Non solo, le elaborazioni ci dicevano che a fine giugno avremmo contabilizzato tra i 34 mila e i 36 mila decessi: oggi sono 34.600“.
Questo modello elaborato da De Maria e dagli altri esperti, riflette le paure ed i timori di Andrea Crisanti. Il virologo dell’università di Padova è uno dei volti noti di questa pandemia. Anche Crisanti sostiene che se la situazione rimanesse questa si potrebbe avere un aumento di casi. Questi ultimi sarebbero soprattutto asintomatici, e darebbero una base pericolosa per un’infezione pre-autunnale.
Preoccupazioni condivise da Enrico Bucci, professore di Biologia presso la Temple University di Philadelphia: “È in corso un cambio di narrazione, secondo cui tutti i numeri sono ormai in calo. Questo porta le persone a pensare che tale tendenza continuerà all’infinito. Invece il Coronavirus circola ancora, pur con grandi differenze tra le Regioni. In Lombardia per esempio non va giù in modo continuo. Il risultato è che ci sono le condizioni per l’innesco di una seconda ondata in autunno”.
In Italia gli attualmente positivi sono ventuno mila, ed ogni giorno si registrano nuovi casi; due terzi dei quali in Lombardia appunto.
“In altri Paesi con numeri più bassi hanno richiuso quartieri ed intere città. Un esempio è successo a Seul a fine maggio. La Corea del Sud ha avuto 20 volte meno i contagiati dell’Italia e 120 volte meno vittime. Sarebbe una follia richiudere le città per un focolaio come quello del San Raffaele a Roma. Ma è altrettanto folle dire che le mascherine o il distanziamento non servono più perché i contagiati attuali non sono infettivi” , sostiene Tonelli.
La conclusione è che l’Italia rischia di pagare a caro prezzo questo clima da “ liberi tutti”, e che sarebbe opportuno continuare a monitorare i nuovi casi con grandissima attenzione.