Napoli, rinviato a giudizio il poliziotto che sparò al cane di un pregiudicato
Sindacalista spiega la decisione presa sul poliziotto che sparò al cane di un pregiudicato: gli agenti erano andati da lui per una verifica
La vicenda risale allo scorso 2019, ma è di poco fa la notizia di una nuova sentenza. È stato rinviato a giudizio il poliziotto che sparò al cane di un pregiudicato di Napoli. Sui social network si diffuse un video che fece molto discutere e che scatenò opinioni contrastanti su quanto accaduto.
Cosa successe? La polizia si recò dal pregiudicato, per una verifica. L’uomo era in compagnia del suo cane, che probabilmente percepì l’ostilità ed aggredì un poliziotto. Voleva difendere il suo padrone. Non avrebbe dovuto trovarsi per strada, era agli arresti domiciliari. Il collega istintivamente intervenne in difesa del suo collega e sparò all’animale, uccidendolo.
Dopo quanto accaduto, le associazioni animaliste e gli amanti degli animali hanno preteso giustizia.
Oggi a distanza di un anno, è arrivata la notizia del rinvio al giudizio del poliziotto. Il segretario generale di Napoli, del Sindacato Usip, ha spiegato che si trattò di legittima difesa e che tale decisione non vuole mancare di rispetto a tutti coloro che amano gli animali. Ecco quanto ha dichiarato:
“La necessità di uccidere un animale fu motivata dall’esigenza del momento ed è condivisibile. La tutela di un essere umano, in questo caso un poliziotto, si chiama legittima difesa. Esprimo ferma condanna e aperto biasimo nei confronti di tutti coloro che, con dichiarazioni pubbliche, vorrebbero far passare gli uomini e le donne in divisa come crudeli assassini.
Se al posto del poliziotto ci fosse stato un nostro figlio, oggi li chiamerebbero eroi, paladini che con sprezzo del pericolo e senso del dovere tutelano i cittadini.”
Enpa parte civile nel processo del poliziotto
Ciò che le associazioni vogliono sapere, è l’esatta dinamica di quanto accaduto. Perché il pitbull ha aggredito l’agente? Era necessario aprire il fuoco? Perché i soccorsi sono stati allarmati con ritardo?
L’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, si costituirà parte civile del processo.
Anche questa volta, la decisione sull’episodio ha scatenato diverse reazioni sul web.