Francia, morte di Elisa Pilarski: era incinta di sei mesi, quando è stata uccisa da un cane
Elisa Pilarski è stata sbranata da uno o più cani, mentre era incinta di sei mesi: il suo compagno oggi punta il dito contro i cani da caccia e chiede di non abbattere Curtis
La morte di Elisa Pilarski, la donna incinta di sei mesi, aggredita da un cane, risale allo scorso 16 novembre 2019. Quel giorno, Elisa era uscita con il suo cane, un Amstaff di nome Curtis. Stavano passeggiando nei pressi della foresta Retz, in Francia, quando è accaduta la tragedia. Era in corso una battuta di caccia, un gruppo di segugi e alcuni cacciatori si trovavano nella zona.
Elisa Pilarski è stata poi trovata morta, sbranata. I cacciatori hanno incolpato Curtis, il cane della giovane, difendendo la loro posizione e quella dei segugi. Il compagno di Elisa, quel giorno aveva ricevuto una chiamata d’aiuto registrata alle 13:19, mentre i cacciatori hanno dichiarato di aver iniziato la loro battuta di caccia, alle 13:30.
Crutis è accusato di aver ucciso la sua padrona e al momento rischia di essere soppresso. La famiglia della giovane, invece, lo difende e punta il dito contro quel gruppo di cacciatori, che in tutti i modi cerca di passarla liscia. L’avvocato della donna ora pretende un controllo del DNA sul corpo di Elisa e un confronto con quello del suo cane e quello di tutti i segugi.
Il ritrovamento del corpo di Elisa Pilarski
Dopo i volenti morsi a varie parti del corpo, Elisa è morta a causa di un’emorragia. Christophe Ellul, questo il nome del suo compagno, dopo la chiamata si è precipitato sul posto, ma ha trovato la sua ragazza morta. Ha spiegato che il suo avvertimento parlava di un gruppo di cani aggressivi.
Purtroppo ci sono ancora dubbi e lacune sulla morte di Elisa. Dopo quanto accaduto e le accuse dei cacciatori, Curtis è stato rinchiuso in canile. Fortunatamente, il legale della famiglia della donna, è riuscito a farlo trasferire. Ora si trova in un luogo protetto, di cui in pochi sono a conoscenza.
La donna aveva sul corpo anche i segni del suo cane, ma secondo la difesa, l’animale avrebbe provato a difenderla dai cani da caccia.
Come ha concluso lo stesso legale, adesso si dovrà solo attendere il risultato dei test del DNA e anche quello della compatibilità tra le ferite dei morsi sul corpo di Elisa, messe a confronto con la mandibola di ogni cane presente quel giorno.
Notizia in aggiornamento.