Il carabiniere che ha trovato il piccolo Gioele Mondello: “Hanno perso tempo”

Parla Giuseppe Di Biello, il carabiniere in congedo che ha trovato il piccolo GIoele Mondello, troppo tempo perso da parte delle squadre di ricerca

Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo che ha trovato il piccolo Gioele Mondello, ha rilasciato alcune dichiarazioni che fanno pensare. Per l’uomo, i soccorritori e chi si è occupato del caso, ha perso del tempo prezioso, l’aiuto di tutti serviva molto prima, testimonianza del fatto che è stato proprio lui ad avere l’intuizione.

Il volontario ha deciso di partecipare alle ricerche dopo aver letto l’appello di Daniele Mondello, il padre di Gioele, su Facebook. “Aiutateci a trovarlo”, chiedeva a gran voce il marito di Viviana Parisi. Mai avrebbe immaginato di essere proprio lui a fare la terribile scoperta.

Lacrime Daniele Mondello

Ai microfoni di Fanpage.it, l’uomo ha dichiarato: “Peccato che ci abbiano pensato così tardi, andava fatto subito. Qui la macchia mediterranea è bruttissima. Appena hanno trovato la signora. Chi meglio dei pastori? Chi meglio di gente che va a funghi come me? Non è che tutti sono pratici a infilarsi in mezzo ai boschi”.

Soccorritore Giuseppe Di Biello

Ed è lo stesso dubbio che assale Daniele Mondello, l’uomo si è lasciato andare ad un duro sfogo sui social e si chiede come mai squadre di ricerche in due settimane non sono riusciti a fare quello che ha fatto un singolo uomo in 5 ore.

Gioele Mondello, i soccorritori si difendono

Foto di Daniele Mondello

A parlare è stato Ambrogio Ponterio responsabile per i Vigili del Fuoco di Messina, che spiega: “Ci sono tanti livelli di ricerche. C’è un tipo di ricerca che si fa quando si cercano persone vive, un altro tipo quando si cercano persone morte e un altro tipo ancora quando si cercano resti praticamente introvabili”

Pina Certo, consulente parte della famiglia Mondello, spiega inoltre quello che è stato ritrovato sul posto ieri. Delle parole forti che descrivono un’immagine terribile:

Io non sono arrivata direttamente lì. Era pieno di sterpaglie. Abbiamo trovato la testa, la gabbia toracica, frammenti di ossa dello scheletro costale.

Su quel che rimane del corpo del piccolo, oltre all’autopsia, sono stati disposti esami istologici, tossicologici ed entomologici. Si pensa che a trascinare fin lì il piccolo siano stati gli animali, forse dei cinghiali o dei cani particolarmente aggressivi.