Chi è Grazia Letizia Veronese? Conosciamo meglio la vedova di Lucio Battisti
Grazia Letizia Veronese, la vedova di Lucio Battisti che in questi anni ha fatto tanto parlare di lei
Definita da molti la Yoko Ono italiana, Grazia Letizia Veronese, vedova del compianto Lucio Battisti, in tutti questi anni ha fatto parlare di se in special modo per questioni legate ai diritti d’autore legati ovviamente alle canzoni del marito e al loro sfruttamento commerciale.
Vale la pena conoscerla meglio, anche perché forse in pochi sanno che la Veronese è anche autrice di “E già” album di Lucio del 1982, con lo pseudonimo di Velezia (Veronese Letizia Grazia).
“E già” è importante nella discografia battistiana perché è il primo album senza Mogol, rappresenta un vero e proprio spartiacque, prima dei cinque white album Panelliani.
Grazia Letizia Veronese e Lucio Battisti, la storia
Grazia Letizia Veronese nasce a Limbiate, in Brianza, il 21 luglio del 1943. I suoi inizi nel mondo dello spettacolo avvengono nei primi anni ’60, quando diventa la segretaria di Miki Del Prete nel Clan Celentano di Adriano Celentano.
Il primo incontro con Lucio Battisti, avvenne invece qualche anno dopo, precisamente il 28 gennaio 1968. La Veronese era stata precedentemente fidanzata con Gian Pieretti.
L’incontro con Lucio, avvenne in occasione del Festival di Sanremo, dove Battisti si era recato in qualità di autore del brano La farfalla impazzita.
Non fu subito amore, i due infatti si fidanzarono ufficialmente solo l’anno successivo e si sposarono con il matrimonio civile soltanto anni dopo, il 3 settembre 1976. Dalla loro unione, il 25 marzo 1973 nacque il figlio Luca.
Grazia Letizia Veronese Vs Mogol
Come abbiamo accennato all’inizio, nel corso degli anni, la Veronese è stata oggetto di critiche di vario genere, legate in primis a controversie sui diritti delle canzoni di Battisti.
Ma soprattutto la si reputa responsabile della separazione artistica con Mogol. L’autore ha sempre preferito tacere e non dare adito alle malelingue, ma ha spesso lasciato intendere che non siano fantasie.
Voci, che sono state confermate qualche anno fa anche dal padre di Lucio, Alfiero Battisti. Anche lui convinto che l’origine della separazione tra i due si dovuta alla Veronese.
I diritti d’immagine di Lucio Battisti
Dalla scomparsa di Battisti in poi, la Veronese ha adottato una politica atta a tutelare l’immagine e l’opera del marito, una politica spesso censoria e che non ha mancato di fare discutere.
Tanti i casi, nel 2004 impose il ritiro del videoclip della cover di Prendila così, fatta dei Delta V. Nel 2005 diffidò i Dik Dik dall’inserire, in un loro DVD, la canzone Vendo casa.
E sempre ai Dik Dik , ha imposto loro per via legale, il cambiamento del titolo dello spettacolo Da Lucio a Battisti in Quel gran genio del mio amico.N
E non è finita qui. Nel 2008 ha negato l’autorizzazione per l’apparizione di immagini di Battisti nella scenografia per il brano Buonanotte all’Italia in un concerto di Ligabue.
Ha negato al comune di Poggio Bustone l’autorizzazione per la trasformazione in museo della casa natale di Battisti e sempre.
nel 2008 impedì la pubblicazione dello storico duetto di Mina e Battisti al Teatro 10 del ’72 nel DVD “Mina gli anni RAI”.
Nel 2011 ha negato l’autorizzazione ad usare la canzone Ancora tu nello spot per il programma televisivo I raccomandati e sempre nello stesso anno.
si è opposta alla trasmissione su Rai , il Premio Mogol, nella quale Ron doveva cantare Il paradiso non è qui, l’ultimo leggendario inedito a firma Mogol/Battisti.
Ancora nel 2011 fa ritirare dal mercato discografico due cofanetti: Le avventure di Lucio Battisti e Mogol e Le avventure di Lucio Battisti e Mogol 2, a causa dei testi presenti nelle rispettive edizioni.
La storia infinita
Nel 2012 Mogol chiede alla Acqua Azzurra srl, la società della vedova Battisti, il risarcimento dei danni derivanti dall’opposizione della Veronese allo sfruttamento commerciale del repertorio di Mogol-Battisti.
Mogol chiede 8 milioni di euro. Il Tribunale di Milano, con la Sentenza n.9232, depositata in data 22 luglio 2016 ha escluso che la controparte possa aver commesso un illecito ma ha condannato la Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l. a pagare a Mogol, 2,6 milioni di euro.
Inoltre, il Tribunale di Milano, ha fatto salvi i diritti degli eredi di Lucio Battisti inteso, non già come autore, bensì come interprete delle canzoni del repertorio Mogol/Battisti.