Omicidio Giuseppe Dorice: le accuse di Paola Izzo verso Valentina Casa
Il Procuratore di Napoli ha richiesto l'ergastolo per Valentina Casa, accusata di aver coperto Tony Brade
Valentina Casa, mamma del piccolo Giuseppe Dorice, il bambino di 7 anni ucciso di botte dal patrigno a Cardito, è accusata di complicità. Il Procuratore di Napoli, Paola Izzo e il collega Fabio Sozio, hanno richiesto per la donna e per Tony Brade Essobti, 18 mesi di isolamento e l’ergastolo. Un madre che invece di chiamare i soccorsi ed impedire la morte di suo figlio, è rimasta a guardare.
Non solo, nella maggior parte delle sentenze, ha difeso il compagno, preferendo il suo amore a quello dei suoi due figli. Questo è quanto sostenuto da Paola Izzo.
Il 27 gennaio 2019, Tony sovrastato dalla rabbia, ha picchiato con una mazza (manico di una scopa), il piccolo Giuseppe Dorice e la sorellina Noemi. Per il bambino di 7 anni non c’è stato nulla da fare, visto anche il ritardo nel chiamare i soccorsi, mentre la bambina è stata ricoverata in ospedale in gravissime condizioni.
La piccola Noemi, una volta guarita, ha raccontato alle forze dell’ordine quanto era accaduto, dichiarando che papà Tony li aveva picchiati con il manico della scopa ma senza scopa. Aveva sbattuto Giuseppe contro il muro e non era la prima volta che li picchiava.
Tutto erano a conoscenza di quello che accadeva tra quelle mura domestiche, ma nessuno aveva mai denunciato la situazione alle autorità o agli assistenti sociali. Nemmeno le insegnanti, che avevano notato i lividi sui corpi dei bambini.
Le dichiarazioni di Paola Izzo su Valentina Casa
Anaffettiva e calcolatrice. Non fa nulla per proteggere il bambino. Protegge solo se stessa e inizialmente anche Tony.
Questo è quanto dichiarato dal Procuratore, che ha richiesto per entrambi l’ergastolo, con 18 mesi di isolamento.
Valentina Casa, dopo mesi di interrogatori, ha confessato quanto accaduto quella notte. Tony Brade Essobti sembrava posseduto e continuava a picchiarli con la mazza, anche una volta che erano caduti a terra.
La donna è accusata anche di aver cercato di aiutare l’assassino. Ha chiamato il 118 in ritardo, dichiarando che i suoi figli erano stati investiti. Ha ripulito il pavimento di casa da ogni traccia di sangue del piccolo Giuseppe e si è disfatta del manico della scopa, usata per il pestaggio dei fratellini. L’amore verso un uomo brutale, più forte di quello verso i suoi stessi figli.