Omicidio di Lecce: Antonio De Marco e le sue richieste dal carcere
Dei vestiti e un libro per pregare: queste le richieste che Antonio De Marco ha fatto ai suoi genitori
Si trova in carcere dalla sera di Venerdì 25 settembre, Antonio De Marco. L’infermiere di 21 anni che quattro giorni prima, lunedì 21 settembre, ha brutalmente assassinato i suoi due ex coinquilini, Daniele De Santis ed Eleonora Manta, colpendoli con oltre 60 coltellate. Dopo la confessione e vari interrogatori, è arrivata la convalida del fermo.
Inizialmente difeso da un avvocato d’ufficio, la famiglia del killer ha assunto due avvocati privati che si occuperanno della vicenda.
Secondo quanto riportato dal Quotidiano di Puglia, De Marco ha parlato per la prima volta con i suoi genitori. Nell’arco della telefonata, le uniche richieste che ha fatto ai suoi sono stati dei vestiti e un libro di preghiere.
Gli stessi avvocati del colpevole dell’omicidio di Lecce, hanno parlato della seria intenzione di richiedere una perizia psichiatrica sul loro cliente. L’obiettivo sarebbe quello di chiarire se il soggetto, che dall’inizio ha dimostrato molta confusione, è in grado di intendere e di volere e se lo fosse nel momento in cui ha compiuto l’efferato gesto.
L’interrogatorio di convalida del fermo di Antonio De Marco
Ad alcuni giorni dall’arresto di De Marco, è avvenuto, all’interno del carcere di Lecce, l’interrogatorio svolto dal Gip che ha convalidato il fermo del soggetto.
Nell’arco dell’interrogatorio stesso, De Marco ha svelato molti particolari riguardanti soprattutto l’esatta dinamica dei fatti.
L’assassino ha raccontato di essere entrato in casa grazie ad una copia delle chiavi che gli erano rimaste da quando viveva ancora con i due fidanzati. Daniele ed Eleonora si trovavano in cucina e il primo ad andargli incontro e a vederlo è stato Daniele.
Spaventato dal passamontagna, Daniele ha aggredito Antonio che lo ha colpito col il coltello di 29 cm, ferendolo gravemente. A quel punto il killer ha rivolto la sua rabbia verso Eleonora, colpendola con circa 35 coltellate e uccidendola. Soltanto dopo De Marco ha raggiunto di nuovo Daniele, che nel frattempo stava cercando di fuggire sulle scale, e lo ha finito con 25 fendenti.
Al termine dell’interrogatorio, il Gip ha definito l’assassinio di spietata efferatezza, malvagia e inumana crudeltà. Questo, unito alla fortissima premeditazione, conferma il giudice, esclude ogni possibilità che vengano prese misure riguardanti arresti domiciliari e braccialetto elettronico.