Gabriel Feroleto: il racconto di Donatella Di Bona davanti alla Corte d’Appello
Donatella di Bona, la 28enne madre del piccolo Gabriel Feroleto, ha raccontato cos'è accaduto quel giorno
Si torna a parlare della morte di Gabriel Feroleto, il bimbo di due anni, morto soffocato a Piedimonte San Germano. Era il mese di aprile del 2019, quando le autorità sono intervenute in soccorso di una donna che gridava per strada, con un bambino senza vita in braccio. La 28enne Donatella Di Bona aveva raccontato agli agenti che un pirata della strada aveva investito suo figlio, ma non era così.
I lividi e i graffi sul corpo del bambino parlavano da soli e dopo l’autopsia, è venuta fuori la verità: sua madre lo aveva ucciso. Donatella ha confessato subito, raccontando di avergli tappato naso e bocca, perché non smetteva di piangere.
Si trovava in macchina, in un campo, con il padre del bambino, Nicola Feroleto. Quest’ultimo voleva delle effusioni amorose, ma Donatella quel giorno era indisposta. Ha raccontato che al suo rifiuto, l’uomo si è arrabbiato e Gabriel ha iniziato a piangere. Non smetteva, così la 28enne gli ha messo le mani sul viso e poi gli ha stretto un calzino intorno al collo. Mentre lo uccideva, Nicola è rimasto a guardare.
Il bambino cercava di puntare i piedini e di graffiare la sua mamma, nell’inutile tentativo di liberarsi.
Quando non si muoveva più, Nicola lo ha gettato tra i rovi.
Questo è quanto confessato da Donatella di Bona davanti alla Corte d’Appello.
Nicola Feroleto continua ancora oggi a negare quanto dichiarato dalla madre di suo figlio. Ripete che non era presente al momento dell’omicidio, nonostante la sua compagna Anna si sia rifiutata di coprirlo.
Morte Gabriel Feroleto: il papà Nicola nega le accuse
Antonella Di Bona era l’amante di Nicola. La sua attuale compagna sapeva del tradimento e di quel figlio, ma l’aveva perdonato per il bene della famiglia.
Il giorno della morte del piccolo Gabriel, Nicola l’aveva chiamata chiedendole di dire alle forze dell’ordine che a quell’ora si trovava con lei, ma Anna si è rifiutata.
Quel giorno era con me, ma alle 15:30 non alle 14:00 come ha detto lui. È rientrato, si è seduto e ha mangiato, senza dire nulla. Poi è sparito di nuovo, l’ho richiamato e non mi ha risposto. Alle 23:30 mi ha detto che si trovava in caserma perché era successo un guaio.