Abruzzo, oltre 900 contagi e terapie intensive piene: fra poche ore sarà zona rossa

Domani sarà firmata l'ordinanza ufficiale

Ormai la zona arancione non basta più alla Regione Abruzzo. Con la giornata di ieri si è toccato il fondo: oltre 900 contagi e soglia d’allarme raggiunta per quanto concerne i posti letto in terapia intensiva. Da qui il bisogno di provvedimenti ancor più seri, con le nuove restrizioni stabilite nel vertice dell’Unità di Crisi, tenutosi oggi pomeriggio.

Abruzzo: domani l’ordinanza ufficiale

L’ordinanza ufficiale – che farà luce su tutte le misure prese e le nuove direttive – sarà siglata nella giornata di domani, sebbene una risposta tempestiva è ritenuta indispensabile per contenere il contagio da Coronavirus.

Scuole chiuse

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Ad anticipare la scelta della Regione Abruzzo, un post del vice presidente Emanuele Imprudente su Facebook. Talvolta – si legge – occorre fare ciò che non si vuole, in quanto è opportuno e giusto. Nessuno può sfuggire alle proprie responsabilità.

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Non sono momenti per attuare giochi propagandistici e politici. Sono, invece, momenti in cui prendere posizioni e muoversi in anticipo. Così l’Abruzzo – ha concluso Imprudente – deve essere zona rossa con chiusura scuole.

Effetti violenti soprattutto per le aree interne

Abruzzo in cartina

In precedenza Pierluigi Biondi, il sindaco dell’Aquila, aveva invocato una zona rossa ma con sostegno alle famiglie e ristori alle imprese. Ad accusare maggiormente gli effetti violenti della seconda ondata le aree interne, in particolar modo Avezzano e L’Aquila, con le relative strutture ospedaliere portate al limite.

Abruzzo: al pronto soccorso esclusivamente per questioni urgenti

Alberto Albani primo piano

Ieri il capo della task force sul Covid-19, Alberto Albani, il referente regionale per le emergenze, aveva parlato di un incremento continuo e rilevante: il virus sta circolando lungo l’intero territorio regionale in maniera importante. Sugli ospedali grava una forte pressione e ora – aveva proseguito Albani – si iniziano ad avvertire problemi. Non seri, ma sono in una fase critica: in tutti i presidi i numeri sono elevati. Proprio per tale ragione veniva rinnovato l’invito alla popolazione affinché si rechi al pronto soccorso esclusivamente per questioni urgenti.