Michele si toglie la vita a 17 anni. Una lettera avrebbe potuto salvarlo

Decide di gettarsi da un ponte e di togliersi la vita a 17 anni: Michele Ruffino era vittima di bullismo

Michele Ruffino è morto, due anni fa, alla prematura età di 17 anni. Vittima di bullismo, il ragazzo si è suicidato, gettandosi da un ponte di Alpignano, un comune di Torino. I suoi genitori cercano ancora giustizia e nel programma tv Chi L’ha visto, hanno raccontato ancora una volta la sua storia.

Michele Ruffino si toglie la vita a 17 anni

Michele soffre fin dai primi anni della sua vita, non riesce a camminare e a reggersi sulle sue gambe. Dopo tante visite e tanti esami, i medici gli diagnosticano una ipotonia agli arti. Una conseguenza dovuta dalla somministrazione di un vaccino scaduto.

Nonostante tutto però, il bambino con il tempo riesce a camminare grazie alla sua forza di volontà. Con gli anni prova ad integrarsi con i suoi compagni di scuola, ma viene preso in giro per la sua condizione. Maltrattato, offeso e vittima di quei bulli che mai hanno tenuto conto dei suoi sentimenti.

Diventa uno youtuber e si appassiona alla cucina, ma le sue qualità non vengono ben viste dai suoi coetanei, che continuano a bullizzarlo.

All’età di 17 anni, decide di farla finita. Esce di casa, informando la sua famiglia che sarebbe tornato poco dopo. La mamma gli telefona e lui lo tranquillizza, ma Michele quel giorno non è mai rientrato. La donna riceve una chiamata dalle autorità, che la informano che suo figlio si è gettato da un ponte.

Credit video: Rai – YouTube

La lettera di Michele Ruffino

Michele Ruffino si toglie la vita a 17 anni

Prima di compiere il disperato gesto, il ragazzo ha scritto una lettera indirizzata a quello che credeva il suo migliore amico. Lo ringrazia per averlo capito e gli spiega che è arrivato il momento di dirgli addio. La lettera si diffonde tra i compagni, che scelgono di mantenere il segreto e non avvertono i genitori.

Durante la trasmissione, Chi l’ha visto ha fatto ascoltare gli audio dei ragazzi. Il loro silenzio è stato una scelta per proteggersi dall’accusa di omissione di soccorso.

Michele Ruffino si toglie la vita a 17 anni

Un altro spiacevole episodio si verifica durante il funerale. Un ragazzo pronuncia una frase scortese sulla foto di Michele. Anche durante il suo addio, il 17enne è costretto ancora a fare i conti con il bullismo.

Dopo più di due anni dalla sua morte, la famiglia non si rassegna:

Hanno preso in considerazione solo l’episodio del funerale, non il contesto. Vorremmo che questi ragazzi che si sono macchiati di bullismo venissero rieducati, magari con i servizi sociali, con l’assistenza agli anziani. E restituiti alla società. Finché avrò vita, non mi fermerò. Chi conosceva mio figlio, sapeva che era gentile, umile. Che aveva tanta voglia di vivere nonostante la sua lotta contro la malattia.

La famiglia ha fondato un’associazione per la lotta contro il bullismo: Miky Boys. Trascorrono il loro tempo nelle scuole, parlando con i ragazzi e sperando di lasciare loro una preziosa lezione di vita.