Dormire al freddo, nanna all’aria aperta anche in inverno
Dormire al freddo: i neonati in Russia per lungo tempo venivano fatti dormire fuori. Anche in inverno
Dormire al freddo, godendosi le basse temperature, rimanendo fuori all’aria aperta. Anche in inverno, quando magari il termometro segna temperature improponibili. Sappiate che in alcune zone del mondo ai neonati si fa fare la nanna anche durante la stagione fredda fuori. Quali sono le motivazioni?
Ai tempi dell’Unione Sovietica i neonati e i bambini piccoli dormivano all’aria aperta sempre. Anche in inverno, quando le temperature andavano parecchio al di sotto dello zero. A pensarci oggi vengono i brividi, non è vero?
Nel 1985, in un documento intitolato “Regole e normative sanitarie per gli asili”, le autorità mediche dell’URSS consigliavano di esporre sempre i bambini all’aria aperta. Anche quando facevano il pisolino. Anche nella stagione più fredda dell’anno.
Gli asili dovevano cambiare aria nelle aule almeno due volte al giorno. E i bambini dovevano giocare all’aperto. Dovevano essere coperti, ma non troppo. Cappotti solo se la temperatura scendeva di quattro gradi sotto lo zero.
E a quanto pare si faceva anche la nanna così. In questo modo si riducevano le epidemie, come la tubercolosi o altre malattie di varia natura. L’aria aperta migliora infatti la salute delle persone. Respirare aria fresca era un toccasana vero e proprio.
Durante la stagione fredda bastava avvolgere bene i neonati nelle coperte, per poter godere di tutti i benefici.
Dormire al freddo, i benefici sfruttati nei paesi nordici
A quanto pare, però, non solo la vecchia Unione Sovietica era solita far dormire i bambini all’aperto. Tutti i paesi del nord, abituati a convivere con temperature non proprio miti.
Ed effettivamente anche oggi, in piena pandemia Coronavirus, ci viene consigliato di stare il più possibile all’aria aperta (senza avere troppi contatti ravvicinati senza mascherina, mi raccomando) e di cambiare aria a casa, a scuola, in ufficio. Un motivo ci sarà!