Usa, giustiziato carcerato malato di Covid, prevista esecuzione di un altro, positivo anche lui, a breve
Nonostante avesse contratto il Covid 19, un carcerato è stato giustiziato negli Stati Uniti d'America. È prevista una seconda esecuzione
Un ex narcotrafficante è stato condannato con l’esecuzione capitale per il suo coinvolgimento in ben dieci omicidi. Nella giornata di ieri, giovedì 14 gennaio 2021, gli Stati Uniti hanno giustiziato Corey Johnson (scritto anche Cory), nonostante l’uomo fosse malato di Coronavirus. A riportarlo sono le testate d’oltreoceano, intervenute in merito ad una questione capace di dividere parecchio il popolo americano.
Giustiziato negli Stati Uniti d’America: ribaltato il pronunciamento del tribunale
La vicenda ha ricevuto copertura mediatica anche perché il tribunale chiamato ad esprimersi sulla questione aveva sospeso la misura estrema. Ciò sia con riguardo di di Corey Johnson che di un altro condannato a morte, Dustin Higgs. Chiara la motivazione: entrambi i reclusi avevano contratto il Covid 19. Ma la posizione assunta dalle parti competenti è stata poi ribaltata.
Iniezione letale nella struttura di Terre Haute
A decretare il colpo di scena la corte d’appello federale, che mercoledì 13 gennaio ha revocato lo stop. E, quindi, la Corte Suprema ha dato il via libera all’esecuzione di Johnson ieri.
L’uomo, un cittadino di origini afro-americane di 52 anni, componente di una gang responsabile di dieci omicidi nello Stato della Virginia nel 1992, ha subito ieri sera l’iniezione letale presso la struttura di Terre Haute, in Indiana.
L’ultimo nella lista
L’esecuzione dell’altro condannato a morte è prevista in queste ore: Higgs costituirebbe l’ultimo responsabile di efferati crimini a cui l’amministrazione presieduta dal presidente Donald Trump intenderebbe porre fine alla vita prima della scadenza del proprio mandato.
Giustiziato in USA: Joe Biden contrario
Il successore Joe Biden ha promesso, nel suo manifesto elettorale, di eliminare la pena di morte a livello federale e di cercare di convincere gli Stati a fare altrettanto. Secondo un sondaggio svolto nel 2019 da Gallup, il 60 per cento della popolazione considera l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale una punizione maggiormente congrua per l’omicidio.