Ladri rubano l’auto, ma poi scoprono a chi appartiene e la restituiscono… “Scusate”
Ladri prima rubano l'auto poi la restituiscono alla legittima proprietaria, una volta scoperte le sue condizioni
Anche i ladri hanno un’anima. Ha avuto lieto fine la disavventura occorsa alla 56enne Maria Elena Barile Damiani, la donna di Bari affetta da sclerosi multipla, a cui era stata sottratta negli scorsi giorni l’auto, una Fiat Doblò parcheggiata dinanzi all’ospedale Di Venere di Carbonara.
Ladri: una mano sulla coscienza
Data la sua disabilità, quello costituiva l’unico mezzo che le consentiva di essere autonoma e proprio per tale motivo la figlia aveva lanciato su Facebook un appello poche ore dopo il furto, rivolgendosi direttamente ai ladri e chiedendo loro di “mettersi una mano sulla coscienza” e riconsegnare la macchina.
Ebbene, l’idea della ragazza ha sortito gli effetti sperati. La “preghiera” ha trovato accoglimento e i malviventi hanno restituito il veicolo con tanto di scuse. Anche loro hanno un cuore, inizia il biglietto. Si scusano ma non sapevano della patologia. “Scusateci ancora…. I ladri”, termina il messaggio. La vettura è stata recuperata dai carabinieri nel pomeriggio di sabato 16 gennaio 2021, a Valenzano.
Ad annunciare il ritrovamento del mezzo è stata Rita, la figlia di Maria Elena Barile Damiani, ancora una volta sui social network. Le parole sono di ringraziamento: tutti hanno contributo in maniera determinante al felice epilogo della vicenda.
L’amarezza resta
Intervistata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Rosa ha poi sottolineato come l’auto rappresenti le ali, le gambe, l’unico mezzo di libertà della madre. Quando gliel’hanno rubata hanno desiderato lanciare un invito, in quanto è di fondamentale importanza per le esigenze della signora. E ai ladri che l’hanno restituita è grata, ma resta amareggiata.
Reazioni in famiglie diverse per il gesto dei ladri
Malgrado la riconsegna del veicolo sia, ovviamente, una buona notizia, le reazioni in famiglia sono state parecchio diverse. La sorella di Rosa è rimasta davvero colpita, lei è riconoscente ma comunque con l’amaro in bocca, poiché la macchina è talmente particolare per via delle attrezzature per disabili, e nota in rete successivamente all’appello, che non avrebbero potuto farci niente.