Maurizio Costanzo massacrato sui social dopo averlo confessato. Ecco cosa ha fatto
Il giornalista è stato attaccato duramente sui social per ciò che ha fatto
Dopo che Maurizio Costanzo ha confessato di aver fatto il vaccino contro il covid si sono scatenate numerose polemiche sui social nei suoi confronti. Secondo molti il giornalista non aveva diritto a ricevere la dose in questo momento, quando la precedenza va data al personale sanitario. Maurizio, che ha sempre ammesso di essere favorevole al vaccino, aveva confessato di aver fatto la prima dose durante la trasmissione “Un Giorno da Pecora“:
“Ho fatto il vaccino 8 giorni fa, al Campus Bio Medico di Roma, ai primi di febbraio farò il richiamo. È andata benissimo, me lo ha fatto un infermiere molto bravo e non ho avuto nessuna reazione collaterale. Dobbiamo farlo in modo di farlo tutti il più possibile: l’unico sberleffo che possiamo fare al virus è vaccinarsi” – ha detto.
Peccato che sui social è stato molto attaccato. In particolare si legge: “Non per polemica ma per capire: in base a quale graduatoria Costanzo avrebbe potuto fare il vaccino? Nel Lazio le prenotazioni per gli over 80 cominceranno il 25 gennaio e le vaccinazioni dal 1° febbraio. Il tutto procrastinato per la mancanza di vaccini”.
E ancora: “Mia madre 80 enne con 4 bypass e diabetica, non famosa, non lo sa quando lo potrà fare intanto e da marzo chiusa in casa va bene anzi benissimo. Felice per lui ma così continuano la solita politica”.
Maurizio Costanzo, l’ufficio stampa chiarisce tutto
A chiarire la vicenda ci ha pensato l’ufficio stampa del giornalista che con una nota ha chiarito perché Maurizio Costanzo ha potuto sottoporsi al vaccino già in questo momento. L’uomo, 82 anni ha diverse patologie pregresse cardiache ed è considerato un soggetto a rischio.
“Confermiamo che Maurizio Costanzo ha fatto il vaccino per motivazioni ben precise, ha patologie cardiache pregresse che giustificano il vaccino, fatto appena disponibile dopo la prenotazione del medico curante. Maurizio è stato più volte in ospedale ed è un paziente a rischio” – si legge.