Vi ricordate il cane Rufus? Ucciso dal vicino con una spranga? Dopo tanto tempo, finalmente la prima udienza, ma lui non si è presentato. Ecco cosa è successo in aula
Nella mattina del 1 gennaio 2021, c'è stata la prima udienza per la morte del cane Rufus
Tutti ricordano la storia del cane Rufus, ucciso cinque anni fa, da un uomo di 50 anni, di nome Maurizio Massa. Era un normalissimo giorno del 2016, quando il povero cucciolo ha commesso un grave errore. Quello di avvicinarsi alla proprietà del vicino. L’autista, questa la sua professione, è accusato di ver colpito il cane con una spranga, dopo che era entrato nella sua proprietà (in località Oliveto) e di averlo poi inseguito mentre cercava di fuggire.
Rufus ha tentato di tornare a casa, ma Maurizio non glielo ha lasciato fare ed ha continuato a colpirlo, fino ad ucciderlo.
La famiglia del cucciolo ha denunciato l’uomo dopo aver scoperto, da sola, cos’era davvero accaduto all’animale. La scorsa mattina c’è stata la prima udienza del processo e Maurizio Massa non si è presentato. Il giudice ha accolto la richiesta della famiglia di rendersi parte civile del processo e anche quella della LNDC (Lega Nazionale per la Difesa del Cane).
Mentre, l’avvocato della difesa ha presentato all’inizio dell’udienza, la richiesta per il rito abbreviato. Tale scelta, consentirà al 50enne una riduzione della pena e una sentenza più veloce.
Come è morto il cane Rufus
Stando al racconto della famiglia Privitera, ad accorgersi della morte del cane, era stato un dipendente dell’azienda di famiglia. Da poco arrivato in Italia, non era riuscito a raccontare perfettamente cos’era accaduto, ma aveva testimoniato di aver visto il vicino con una spranga in mano.
Dopo la vicenda, sono intervenuti sul posto i vigili urbani e l’Asl e hanno registrato come causa della morte di Rufus, una lite tra animali. La famiglia però non ha creduto a quella teoria. Il loro cane era sempre stato buono e non mai avrebbe fatto del male a qualcuno.
Così, poco dopo sono riusciti a scoprire la verità. Tracce di sangue ovunque e una mazza piena di peli, poco distante dal punto in cui Rufus era stato trovato.
Il figlio 18enne si è poi recato sul posto per scattare delle foto ed è stato allora che Massa lo ha minacciato: “Vieni vieni entra pure, così ti faccio quello che ho fatto al tuo cane”.
Da lì, la richiesta della famiglia di effettuare l’autopsia sul corpo del cane. Dopo l’esame, i risultati hanno stabilito che Rufus è morto per “per sfondamento della scatola cranica, ucciso da colpi molto forti“.
Maurizio Massa è accusato di animalicidio e minacce nei confronti del ragazzo che allora aveva 18 anni.
Il processo è stato rinviato al prossimo 16 settembre 2021.