Delitto di Cogne, Annamaria Franzoni all’udienza in tribunale sbotta: “Ora basta”.
Annamaria Franzoni si costituisce parte civile in tribunale e lancia duri attacchi
Annamaria Franzoni torna a far parlare di sé, presentandosi in tribunale ad Aosta. Sul banco degli imputati, in tale occasione, c’erano un telecineoperatore e una giornalista, entrambi accusati di violazione di domicilio per essersi introdotti presso la villetta di Montroz, che fu teatro dell’assassinio del piccolo Samuele Lorenzi.
Annamaria Franzoni libera dal 2019
Costituendosi come parte civile, la mamma di Cogne e suo marito, Stefano Lorenzi, hanno sporto denuncia contro il macabro turismo nella loro residenza. Dal 2019 lei è libera, avendo scontato gli 11 anni comminati dal giudice per l’omicidio del figlio Samuele.
Rimarcati i limiti di privacy
Recatasi nella sede giudiziaria, ha spiegato che, pur essendo la villa soggetta a pignoramento, l’onore e l’onere della vigilanza e della custodia competono alla sua persona, nonché la responsabilità in caso di eventuali danneggiamenti. Inoltre, Anna Maria Franzoni ha approfittato dello spazio concessole per denunciare il macabro turismo che ha da anni preso d’assalto il casolare.
Le persone si intrufolano in giardino, così da sottrarre oggetti come una specie di souvenir, ha spiegato. Con il processo in questione pare desiderosa di rimarcare i limiti sanciti dalla legge in materia di privacy e a dissuadere da iniziative invasive quali il cinico “pellegrinaggio” alla villetta di Montroz.
Rischio di atti emulativi
Nonostante siano passati ormai diversi anni dai fatti di cronaca, Annamaria Franzoni ha ammesso di temere che l’ingresso di troupe tv possa finire per incoraggiare comportamenti emulativi da parte di altri soggetti.
Annamaria Franzoni: casa di Montroz all’asta
In tale circostanza, la Franzoni ha aggiunto di essere seccata che, a distanza di anni, la sua vicenda faccia ancora parlare. L’immobile considerato è stato messo in vendita all’asta nell’ambito di un contenzioso tra la donna e il suo ex avvocato difensore, Carlo Taormina, per il pagamento negato del legale nell’esercizio delle sue funzioni.