Stop all’asta per la vendita della villetta del delitto di Cogne: il tribunale ha accolto una richiesta
Il tribunale ha sospeso la vendita all'asta della villetta dove si è consumato il delitto di Cogne
Sospesa, almeno per il momento, la vendita della villa del delitto di Cogne. L’asta per l’abitazione in cui si è consumato l’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi è ferma, in applicazione dell’ordine del giudice di Aosta a seguito di una richiesta da parte di Annamaria Franzoni, la madre condannata per l’assassinio e ora libera, una volta scontati gli 11 anni di pena accordatagli.
Delitto di Cogne: l’asta era programmata ad Aosta
L’immobile era finito all’asta nell’ambito di un contenzioso proprio tra la donna e il suo ex avvocato difensore durante il processo, Carlo Taormina. L’asta era programmata presso il tribunale ad Aosta per il 19 febbraio prossimo, con offerta minima che partiva da 626.475 euro.
Carlo Taormina non ha avanzato opposizione
Tutto pareva condurre a tale soluzione, in quanto nessuno dei precedenti contatti tra le parti coinvolte aveva permesso un accordo. Poi l’improvviso fermo stabilito dal giudice del tribunale di Aosta, Paolo De Paolo. Comunque non è un blocco definitivo, bensì una sospensione richiesta dai soggetti interessati.
Secondo quanto emerso, lo stop è arrivato già negli scorsi giorni, dopo che il legale Carlo Taormina, in qualità di creditore, non ha avanzato opposizione alla richiesta di sospensione della controparte.
Onorario mai saldato
Una circostanza che lascia supporre sia in corso un’ulteriore trattativa tra l’avvocato e i coniugi Lorenzi, in modo da decretare la revoca del pignoramento della villa di Cogne. L’azione giudiziaria era stata chiesta da Taormina per vedersi riconosciuto il suo onorario mai saldato per l’attività difensiva espletata nel processo.
Delitto di Cogne: casa disabitata
Da tempo la casa è disabitata, poiché, successivamente al delitto, è finita sequestrata e lasciata dalla famiglia che oggi vive sui colli bolognesi. Recentemente la Franzoni ha denunciato il turismo macabro dei turisti, che invadono la residenza portando via dei souvenir. Una giornalista e un telecineoperatore sono accusati di violazione di domicilio dopo essersi introdotti nella villetta di Montroz, che fu teatro dell’omicidio di Samuele Lorenzi.