Si celebrano i 150 anni dalla nascita dell’Enpa. Ma nessuno sa come è nata e come è stata istituita questa associazione: tutto comincia con un pezzo di carta
Quest'anno si celebrano i 150 anni dalla nascita dell'Enpa, l'Ente Nazionale Protezione Animali
150 anni dalla nascita dell’Enpa. Ma non tutti sanno come è nata la nota associazione per la protezione dei nostri amici animali. Torniamo indietro, fino ad arrivare a Giuseppe Garibaldi. Generale, patriota, condottiero e scrittore italiano, ma anche l’uomo che per primo lottò per i diritti e la protezione degli animali.
Ben 150 anni fa, Giuseppe Garibaldi decise di scrivere una lettera, per far instituire una società di cui anche lui voleva far parte:
Mio caro Riboli, V’invio una lettera della Signora Winter. Vi prego d’istituire tale Società annoverando la Signora come Presidente ed io come socio. Vostro, G. Garibaldi.
Da quel pezzo di carta, scritto a penna il 1 aprile del 1871, è nata la prima società protettrice degli amici animali. Nei mesi precedenti, Garibaldi e Anna Winter si scrivevano delle lettere. La donna era una paladina inglese per i diritti degli animali.
Insieme, avevano deciso di creare questa associazione, che si sarebbe battuta contro i maltrattamenti nei confronti di tutti gli animali. Animali che erano solitamente vittime dei guardiani dei loro conducenti. Da quel momento, sono passati 150 anni. Quella stessa associazione oggi si chiama ENPA.
Le parole di Carla Rocchi, presidente dell’ENPA
La presedente dell’Ente Nazionale Protezione Animali, ha voluto ricordare una data importantissima: 150 anni dalla nascita della prima associazione per la protezione degli animali.
Vogliamo ricordare l’eredità importante che Giuseppe Garibaldi ci ha lasciato: proteggere e tutelare gli animali, sempre. Un impegno crescente e costante, portato avanti dall’Enpa e dai tanti volontari che da sempre dedicano il loro tempo per aiutare tutti gli animali, per il riconoscimento dei diritti degli animali.
Le leggi negli anni sono state fatte, e non senza battaglie. Quello che ancora oggi rimane una nota dolente nel nostro Paese è la loro applicazione. Una situazione da cambiare. Una responsabilità che le istituzioni devono finalmente assumersi.