La madre di Federico Tedeschi pretende che si riapra il caso della morte di suo figlio
Torna ad accendersi la luce dei riflettori sulla misteriosa morte di Federico Tedeschi: la rabbia della madre
La vicenda della misteriosa morte di Federico Tedeschi risale al 2017. La madre e la sorellina del ragazzo di 19 anni avevano trovato il suo cadavere rivolto a terra nella casa di famiglia di Roma. La procura, all’epoca dei fatti, aveva archiviato il caso affermando che la morte fosse avvenuta per un infarto, ma alcuni elementi non hanno mai convinto la famiglia, tanto da spingerla a continuare nella loro battaglia per riaprire il caso.
Ai giornalisti di RomaToday, la madre di Federico è tornata a parlare della tragedia capitata nel novembre del 2017. Lei e la sua figlia minore erano uscite da casa intorno alle 11 e 30 per delle commissioni. Al loro rientro, circa un’ora più tardi, la sorellina è salita al piano di sopra e ha trovato suo fratello a terra ormai esanime.
Il volto del 19enne presentava dei lividi e delle ferite sanguinose e alcuni dei suoi denti erano rotti.
La procura che si era occupata di indagare sul caso aveva archiviato il caso sostenendo che la morte del ragazzo fosse giunta per “necrosi cardiaca su base ischemica, con infarto acuto del miocardio”.
Ma troppi elementi non hanno mai convinto la madre di Federico, che tuttora si sta battendo affinché il caso sia riaperto.
La madre di Federico Tedeschi non si arrende
A oltre tre anni di distanza dalla morte di Federico Tedeschi, la madre è tornata a parlare di tutto ciò che non la convince.
Innanzitutto, la donna afferma con convinzione che al suo rietro a casa, il cancello esterno dell’abitazione non era chiuso bene. Così come la porta d’ingresso.
Poi le ferite. Quei segni che secondo la donna sono chiaramente la prova che qualcuno, dopo essersi introdotto in casa, abbia aggredito suo figlio pestandolo a morte, per poi fuggire via.
A sostenerla in questa tesi e in questa battaglia, sono anche i tre legali della famiglia Tedeschi e le stesse anomalie riscontrate anche dal generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma.
Gli elementi che non convincono sono anche tanti altri. Da alcune impronte sospette trovate sugli specchi e sulle pareti di casa, alla sparizione di una mazza da baseball, ad alcuni segni sulla porta della cameretta.
Insomma, una vicenda poco chiara che è stata archiviata troppo presto e sulla quale una madre distrutta per la morte di suo figlio pretende che si torni ad indagare.