Emma Pezemo uccisa dal compagno e fatta a pezzi: Bologna sconvolta
Pare che ad uccidere Emma Pezemo sia stato il suo compagno, che poi si è tolto a sua volta la vita
Una notizia sconvolgente è arrivata nella giornata di ieri, domenica 2 maggio, da Bologna. Emma Pezemo, donna di 31 anni originaria del Camerun, è stata uccisa, fatta a pezzi e gettata in un cassonetto della periferia del capoluogo emiliano. A compiere l’efferato gesto sembrerebbe che sia stato quello che era il suo compagno, che poi si è tolto a sua volta la vita impiccandosi in casa.
Una domenica amara per la città di Bologna, ma si direbbe anche per l’umanità intera. La Polizia di Bologna ha rinvenuto i resti del cadavere di una donna di 31 anni, all’interno di un cassonetto dell’immondizia nella zona periferica della città.
A Lanciare l’allarme sono state le coinquiline della donna, che non vedendola rientrare sabato sera, si erano preoccupate. Avevano contattato Jacques Honoré Ngouenet, 43 anni, compagno di Emma, che a loro aveva detto di non sapere nulla ma che non dovevano preoccuparsi.
Le ragazze, però, hanno lanciato lo stesso una denuncia di scomparsa e ieri l’amara scoperta. Emma è stata uccisa, poi fatta a pezzi e infine gettata in un cassonetto. Dopo il ritrovamento del cadavere della donna, la Polizia ha tentato subito di rintracciare il compagno, trovandolo senza vita nella sua abitazione. Si era tolto la vita impiccandosi.
Pare proprio, dunque, che si tratti di un episodio di femminicidio – suicidio. Ipotesi avvalorata anche da un biglietto rinvenuto in casa dell’uomo, nel quale sono riportati dettagli che potrebbero togliere ogni dubbio sulle sue responsabilità.
Cordoglio e rabbia per la morte di Emma Pezemo
La morte di Emma Pezemo, inevitabilmente, ha scosso l’intera città ma non solo. Un ennesimo caso di femminicidio che è totalmente inaccettabile. Ad esprimere tutta la rabbia, intervistata da BolognaToday, è Erika Seta, consigliera della città metropolitana di Bologna.
La consigliera ha detto di come sia scioccata per quanto accaduto. Secondo lei il nostro paese e la nostra società sono ancora all’ABC nel modo in cui vengono considerate le donne. Ha sottolineato la necessità assoluta di parlare di questo problema gravissimo che devasta la nostra società. Perché secondo lei, soltanto parlandone si potrà inculcare nelle menti delle generazioni future un vero senso di equilibrio di genere.
La consigliera ha poi concluso dicendo che non servono scarpette e panchine rosse, davanti alle quali si passa distratti, ma servono parole ed educazione.