Social egg freezing: diventare mamma “poi”
Dagli USA all'Italia, si diffonde il fenomeno del congelamento degli ovuli
Quando si parla di social egg freezing qualcuno potrebbe storcere il naso, sebbene la cattiva informazione a riguardo sia una problematica forte in Italia, paese che sta vedendo però un aumento di richieste per congelare i propri ovuli e conservarli in centri specializzati fino a quando non si vorrà provare a rimanere incinta. Si tratta di una pratica medica a cui possono sottoporsi anche le donne che devono subire un ciclo di chemioterapia, visti i risaputi effetti negativi che quest’ultima può avere sulla fertilità. In questo caso le spese vengono coperte dallo Stato.
Quando però si decide di congelare i propri ovuli perché il pensiero di essere mamme ha sfiorato la mente ma il presente non sembra affatto il momento giusto per un passo tanto importante, allora il processo sarà a pagamento con un costo che supera i 2000 euro (più circa 300 euro annui per conservare gli ovuli).
Negli Stati Uniti e nel Nord Europa questa è una pratica già affermata, mentre in Italia c’è ancora poca informazione (o disinformazione) sul tutto. Si tratta spesso di una scelta dettata da motivi lavorativi, perché può essere difficile conciliare lavoro e famiglia, soprattutto quando si aspira a fare carriera. Sebbene si parli di “parità di sessi” e di “parità sul posto di lavoro”, la realtà è purtroppo davvero diversa: sempre più donne vengono “discriminate” (o, peggio ancora, licenziate) dai datori di lavoro nel momento in cui dichiarano di voler diventare madri o di essere incinta.
Sarà questo il motivo che ha spinto grandi multinazionali come Apple e Facebook a promettere degli ingenti benefici alle impiegate che avessero scelto di sottoporsi al social egg freezing? La Apple paga le spese per l’operazione fino a 20,000$ oltre alle 18 settimane di maternità pagate. Facebook, dal canto suo, offre ai nuovi genitori un bonus in contanti da 4,000 $.
Ma queste mosse non sono da vedere necessariamente in senso negativo: in un campo come quello tecnologico (ma più in generale nel mondo lavorativo) quasi del tutto dominato da uomini, queste facilitazioni potrebbero essere inserite nella serie di tentativi di rendere conto e valorizzare i talenti al femminile, permettendogli di crescere dal punto di vista lavorativo senza dover rinunciare ad un figlio.
Per sottoporsi all’egg freezing bisogna fare un trattamento in due fasi: una serie di punture a casa e un’altra serie sotto il monitoraggio dell’ospedale. Una volta che gli ovociti sono pronti per essere fecondati, vengono aspirati con un piccolo intervento per poi essere congelati. Bisogna comunque sapere che questa operazione non garantisce la fecondazione: ci sono diversi fattori che influiscono sulla possibile gravidanza, tra cui sicuramente l’età della paziente.
E voi vi sottoporreste mai al Social Egg Freezing?