Luca Ward e la malattia di Luna: “Ho parlato con dei ricercatori”
L'intervento alla radio di Luca Ward, è suonato come un doveroso e doloroso appello verso la ricerca
La vita, a volte, può mettere chiunque davanti a degli ostacoli che, non solo sono difficili da affrontare e superare, ma che portano a fare delle riflessioni. Di tutto questo ne sa qualcosa l’attore e doppiatore Luca Ward. Da qualche mese, lui ha deciso di aprirsi riguardo ad un tema molto delicato della sua vita: la malattia di sua figlia Luna.
Il famosissimo attore e doppiatore è intervenuto, in questi giorni, come ospite nella puntata del programma radiofonico I Lunatici. Oltre a ripercorrere tutta la sua strepitosa carriera, Luca ha voluto parlare ancora della malattia di Luna e delle riflessioni che essa lo ha portato a fare.
Luna ha sindrome di Marfan. La sua è stata quella che i medici hanno definito sfiga. Io mi sono accorto in questo anno terribile che la ricerca ha una serie di problematiche, soprattutto in Italia.
I vaccini per contrastare il Coronavirus sono stati sviluppati e approvati in pochissimo tempo. Questo dimostra che se ci fossero fondi, si potrebbe ottenere lo stesso risultato anche per tante altre malattie. E parlando con alcuni ricercatori mi hanno confermato che è esattamente così.
Luna ha una malattia rara e spesso mi sono sentito dire ‘eh, sa, ha una malattia rara, dunque…’. Ma dunque cosa? Anche ci fosse una sola persona ad avere una malattia, noi abbiamo il dovere e potere fare di più!
La malattia di Luna ha cambiato Luca Ward
La Sindrome di Marfan, patologia ereditaria di cui soffre la secondo genita di Luca Ward, colpisce il tessuto connettivo. Sono coinvolti più organi ed è causata da una mutazione del gene che codifica la proteina detta fibrillina. Le conseguenze si concentrano sul sistema nervoso centrale, dei vasi sanguini, ma anche nella parti oculari e ossee.
Sempre ai conduttori radiofonici del programma I Lunatici, l’attore ha raccontato di come questa malattia rara di sua figlia lo abbia cambiato radicalmente.
Mia figlia mi ha reso più forte. Mi ha reso un uomo più consapevole. Mi ha aperto gli occhi su tante cose. La malattia di mia figlia mi ha cambiato, mi ha avvicinato al sociale e al mondo ospedaliero. Ai medici, agli infermieri, a un mondo che troppo spesso dimentichiamo e che non va dimenticato.